Arrivano dalle zone di Bologna, sono un duo e sono alla loro prima discografica. Parliamo dei Dos Cabrones, il cui nuovo album Accanimento Terapeutico è uscito a settembre per la DeAmbula Records.
Loro si definiscono Mescaline Noise Grunge ed è una definizione che tutto sommato riesce a descriverli con puntualità. Sebbene non si possa parlare strettamente di noise, i Dos Cabrones oltre a chitarra e batteria maneggiano pure loops e samples, usati solitamente come cornici e non ancora bene incarnati nella loro forma canzone. Potrebbe essere uno spunto per sporcare e arricchire un sound che però ha un suo forte carattere già così com’è. I riff granitici di impianto stoner, giri tortuosi, ripartenze, ripresa di temi, escalation e crescendo, una batteria che pesa una tonnellata sono gli ingredienti base, quelli che ci aspettavamo di trovare. I Dos Cabrones però hanno diverse altre frecce al proprio arco. Dalla dialettica degli strumenti trapela un’intimità e una comunanza di intenti tra i due che profuma di sudore e sala prove. Ma ancora, giocano tanto, e bene, con i pieni ed i vuoti, lanciando strizzate d’occhio sornione all’ascoltatore e invitandoli implicitamente a seguirli nei loro percorsi e ad allinearsi sulle stesse vibrazioni. Così “Cabron” è uno scherzo imprevedibile che accelera, corre, si ferma, lancia dei ceffoni enormi e riparte con una pesantezza inaudita. O ancora, il sinuoso grunge su cui si sintonizza la vecchia radio di “Hell of a Trip”, dura un attimo e ci si ritrova a rompersi il collo su ritmi secchi e decisi come mazzate. Bene pure certe visioni cinematografiche da western psichedelico (“Vulcano”).
I Dos Cabrones ci danno un saggio di passione e di sudore, e confermano pure le enormi potenzialità delle formazioni a due. Accanimento Terapeutico è un valido biglietto da visita e un ottimo lavoro da cui ripartire per i prossimi lavori e sul quale potersi fare le ossa dal vivo.
(DeAmbula Records, 2019)
01. Burning Hymens
02. Salt on the Wounds
03. Cabron!
04. Hell of a Trip
05. Vulcano
06. March of the Redneck