Dopo un silenzio durato circa sedici mesi, i Downfall of Gaia tornano con Ethic Of Radical Finitude, un’opera ricca di influenze e di elementi innovativi, che restituisce un’immagine positiva del quartetto tedesco. Esso, infatti, ha concentrato le proprie energie nella creazione e nel perfezionamento di questo album, offrendo un prodotto estremamente strutturato, ma anche melodico e dinamico, senza tralasciare le radici di appartenenza (sono numerosi i rimandi alle opere precedenti, come Atrophy e Aeon Unveils The Thrones Of Decay) e, non a caso, sono stati inclusi nel progetto alcuni membri originari del gruppo. Si parla di Peter Wolff per la chitarra nella traccia introduttiva dell’album “Seduced By…” e del batterista Johannes Stoltenburg per l’utilizzo del drone nelle tracce “The Grotesque Illusion Of Being” e “We Pursue The Serpent Of Time”.
Nonostante la complessità compositiva dell’album, non siamo di fronte ad un concept, per stesso volere dei musicisti. Non è stato posto alcun obiettivo da raggiungere; ciò che è fondante invece è la necessità sentita da parte loro di seguire l’istinto, il “flusso”. In questo modo, Ethic Of Radical Finitude si snoda tra parti caratterizzate da blastbeats melodici ed altri granitici, tra chitarre quasi epiche, senza tralasciare le incursioni drone, come nel caso di “The Grotesque Illusion Of Being”, ed elementi più crust e dissonanti. Nel caso di “We Pursue The Serpent Of Time”, invece, sono palesi i rimandi ad Atrophy (2016), ma è nuovo l’utilizzo del cantato pulito nelle sezioni più atmosferiche. Ciò avviene, infatti, anche in “Of Withering Violet Leaves”. Si nota, soprattutto, il bisogno di prendere fiato, creando atmosfere care al post-rock, grazie all’utilizzo del pianoforte, o di riff melodici, che scandagliano l’oscurità dell’esistenza umana, soffocante, fredda e desolata, mentre l’arrivo della morte, vuota e spoglia, si fa sempre più vicino, nel suo suono pesante, che come un treno ci trascina via (come canta Mers Sumida, dei Black Tale). Questi elementi non mancano nella traccia conclusiva dell’album: “Of Withering Violet Leaves”, infatti, raccoglie le fila dell’intera opera, presentandosi come composizione strutturata per eccellenza. Se all’inizio ogni elemento viene presentato singolarmente, con l’incedere del tempo ognuno di essi si fonde in una summa apicale dell’anima dei musicisti.
Ethic Of Radical Finitude, rilasciata via Metal Blade Records, è fino ad ora l’opera più strutturata e pensata dei Downfall of Gaia. Ogni elemento ha la sua giusta posizione all’interno del flusso musicale, il quale – nonostante la strutturazione compositiva – non risulta essere pesante, o poco istintivo. Ciò che emerge, anzi, è una profonda malinconia che costituisce il fondale dell’azione e della realizzazione umana; accettazione della morte e del passare del tempo, che porta via con sé tutto ciò che si è raggiunto. In ciò, tuttavia, non vi è solamente una visione negativa della “fine”, dal momento che è essa stessa a ricordarci dell’importanza di godere al massimo di ogni secondo, di rendere la propria vita autentica, in una continua affermazione dell’esserci, in un flusso eterno ed inarrestabile, ovvero la vita ed il suo contrario. Il senso di attesa e dello scorrere del tempo è preponderante e accompagnato da intensi paesaggi sonori che rendono, con toni simili al doom metal, l’idea di astrazione dalla realtà in un impero della decadenza umana.
(Metal Blade Records, 2019)
1. Seduced By…
2. The Grotesque Illusion Of Being
3. We Pursue The Serpent Of Time
4. Guided Through A Starless Night
5. As Our Bones Break To The Dance
6. Of Whitering Violet Leaves