Ci sono casi in cui l’hype è più che giustificato: ad esempio quando una band come gli Elder, tra i massimi esponenti – ma anche proprio i massimi, dai – della scena stoner/psych mondiale annuncia un nuovo album, e lo fa con un singolo che pare scombinare del tutto le carte in tavola rispetto a quanto detto in precedenza. Per questo motivo ci siamo presi del tempo, malgrado il disco già ronzi nelle nostre orecchie da mesi, per poterne scrivere con un po’ di distacco.
Del resto la band del Massachusetts, che si presenta oggi per la prima volta come quartetto, non solo non ha mai deluso incanalando una serie di uscite di altissimo livello, ma ha anche scritto un album che andrebbe inciso sui monoliti a imperitura memoria, ovvero quel capolavoro di eleganza e stile che è Lore (2015). Un fardello tale da trasformare ogni release successiva in una sfida, e se il diretto successore Reflections of a Floating World (2017) ci era sembrato relativamente sottotono, stavolta non abbiamo dubbi: al netto delle sensazioni del momento, possiamo dire che sin da subito che Omens è un disco incredibile.
Come accennato su, a febbraio gli Elder hanno annunciato l’album e pubblicato il primo singolo “Embers”, che ha spaccato i fan perché presenta una band senza dubbio diversa, con quelle sensazioni quasi alternative, quasi post-hc, quasi math, sicuramente prese a male come non te lo aspetteresti da questi viaggiatori del cosmo. A noi il singolo era piaciuto da matti e quindi siamo partiti senza pregiudizi, anzi incuriositi, ma nell’ascolto dell’album nella sua interezza è facile rendersi conto che si tratti di un caso non isolato, ma comunque limite.
Infatti, se da un lato è chiaro che la band abbia rivisto in toto il proprio sound, è anche vero che la cifra stilistica, la qualità e le idee sono più o meno sempre le stesse. Stavolta sono filtrate sotto un nuovo occhio: meno distorsioni, meno deserto, meno decibel. In aggiunta arriva una nuova idea di arrangiamento, certamente più ricca e stratificata che in passato, grazie a un uso ripetuto delle tastiere – qui synth, qui archi – che ricolloca la band nell’universo heavy prog di Uriah Heep e Yes, giusto per fornire due coordinate.
Avendo smaltito i trip lisergici con le jam strumentali dell’EP Gold & Silver Session uscito lo scorso anno, sembra che gli Elder abbiano riservato tutta la concretezza di base per Omens. Ed è chiaro già dalla title-track, posta in apertura, che in un paio di secondi ci porta in un iperspazio lattiginoso, in cui il chitarrismo sempre ultra-creativo incontra dei synth futuristici, un violino d’altri tempi e una voce mai come oggi melodica, emotiva, con una sfumatura di malinconia che non la abbandonerà per tutta la tracklist. Più avanti incontreremo i ghirigori prog di “In Procession” e momenti di emozionante space rock – gli Elder che incontrano gli Hawkwind, nemmeno fosse un sogno erotico – in “Halcyon”. La già citata “Embers”, poi, con una linea vocale di quelle che ti si imprimono addosso al primo ascolto, un testo meraviglioso e un’apertura strumentale da paura è non solo il miglior episodio del disco, ma sicuramente uno dei brani che segnerà il 2020, almeno per chi scrive.
“One Light Retreating” chiude suonando come una sintesi chiarissima di quanto appena ascoltato: al netto di ogni evoluzione, di un approccio sicuramente diverso alla scrittura, di un implemento nella strumentazione, di una sfumatura opaca e di un’atmosfera saturnina finora inediti, al netto di tutto ciò, dicevamo, si tratta inequivocabilmente degli Elder, gli stessi che abbiamo sempre apprezzato. Non c’è dubbio, molti fan della prima ora potranno risultarne insoddisfatti e non è detto che sia possibile acchiapparne di nuovi. Ma è altrettanto sicuro che i quattro abbiano pubblicato un disco di assoluto spessore, scritto e suonato da dio, mai banale né noioso, né tantomeno altisonante, e soprattutto un disco che si guarda dentro e, se vuoi, ti guarda dentro. Un disco per chi al sole ha sempre preferito la luna.
(Stickman Records, Armageddon Label, 2020)
1. Omens
2. In Procession
3. Halcyon
4. Embers
5. One Light Retreating