Ci sono pochissimi artisti capaci di trasformare qualunque cosa tocchino in oro. Che si possa essere d’accordo o meno Emma Ruth Rundle è una di questi, e la sua carriera solista finora ha sempre dato ragione all’introspettiva cantante/chitarrista. Dopo il tour/split album assieme a Jay Jayle esce il nuovissimo On Dark Horses, disco che immerge l’ascoltatore nel consueto stile di Mrs. Rundle, ossia un mix di cantautorato e post-rock con delle pennellate di pop oscuro, anche se è riduttivo incastonarla in un genere preciso.
Quesito importante è: “Ci sono differenze sostanziali tra il nuovo disco ed i precedenti?”. Difatti bisogna ammettere che bene o male lo stile della musicista è rimasto sempre fedele a se stesso senza mostrare particolari segni di evoluzione e questo non è necessariamente un male. Per rispondere alla domanda, sì, l’album differisce dagli altri, ma andiamo con ordine. La scia sonora vira verso precise direzioni come nella distorta “Fever Dreams”, la notturna “Control” o la celestiale ballad “You Don’t Have to Cry” pregne di un cantato malinconico/sofferto, soffusi ed eterei crescendo emozionali, pennellate psichedeliche e melodie autunnali. La produzione volutamente lo-fi è perfetta e garantisce godimento sia nelle bordate distorte che nei momenti placidi come nelle intense “Dead Set Eyes” e “Apathy on the Indiana Border” o l’interessante “Light Song” dove compare anche una voce maschile di tono decisamente basso. Ma le vere novità sono rappresentate da “Darkhorse” e “Races” che mostrano sfiziosi sviluppi che portano una ventata di aria fresca. La prima inserisce nel tessuto sonoro dei tocchi blues/southern come fossero lampi lontani notturni che si integrano alla perfezione al post-rock dilatato e le melodie sognanti. La seconda rende il blues ancora più erotico grazie all’ugola di Emma sempre più conscia dei propri mezzi che utilizza la sua voce sempre di più come un vero e proprio strumento.
Lo stile chitarristico ed i vocalizzi della donzella che sta dietro a questo progetto sono essenziali e semplici ma arrivano sempre al cuore ed all’anima. Chi non la conosce provveda subito, per gli altri acquisto obbligato!
(Sargent House, 2018)
1. Fever Dreams
2. Control
3. Darkhorse
4. Races
5. Dead Set Eyes
6. Light Song
7. Apathy On The Indiana Border
8. You Don’t Have To Cry
8.0