In questo periodo di collaborazioni spicca senza dubbio quella tra Eraldo Bernocchi e Hoshiko Yamane. Il compositore italiano e la violinista giapponese nella loro unione artistica hanno rilasciato uno dei lavori più affascinanti dell’anno, Mujo.
Chi legge da tempo Grind On The Road sa bene come noi abbiamo sempre seguito Eraldo nelle sue release negli anni (Blackwood, Obake, Osso, Metallic Taste Of Blood) e la curiosità di sentire un suo nuovo progetto sotto l’egida di Denovali era alta. Il lavoro ai sintetizzatori del Nostro è encomiabile: bassi pulsanti si fondono con loop ritmici che creano una profondità incredibile all’ascolto. Il tutto coesiste perfettamente con il diafano violino dell’artista giapponese. Dallo struggente brano iniziale da forte sapore (dark) ambient si passa a suggestioni spaziali di “Future suns” dove le corde del violino trasmettono un forte senso di oppressione che riporta alla mente i viaggi paranoico-lisergici dei mostri sacri Tangerine Dream (Hoshiko è membro della band dal 2011) del primissimo periodo (Birth of Liquid Plejades). E proprio i tedeschi sono un metro di paragone di altissimo livello sia per alcuni rimandi come la parte ritmica di “Hokorobi”, il brano più articolato del disco, così vicina al capolavoro Tangram, sia per la potenza espressiva che Mujo sprigiona nella sua interezza così vicina ai teutonici. Proseguendo l’ascolto la componente orientale si fa dominante in “Phenomenon” vicina a certe suggestioni neoclassiche oppure nella finale “Muga” dove tradizione e retrofuturismo convivono.
Mujo è un disco senza tempo che non può che affascinare chi lo ascolta. La produzione perfetta e l’assoluta classe compositiva lo fanno diventare un classico della musica elettronica tutta. Enorme.
(Denovali Records, 2020)
1. Floater
2. Future Suns
3. Dance Zero
4. Hokorobi
5. Phenomenon
6. Fall
7. Endure
8. Muga