Il nuovo lavoro dei romani Fides Inversa è un opera dalla doppia anima. L’EP sotto analisi si intitola Rite of Inverse Incarnation, ed è composto da soli due brani, per una durata complessiva di quasi venti minuti.
Il black metal del duo nostrano si tinge, nell’iniziale”First Congress”, di tanti piccoli colori, denotando una certa volontà di ricerca sonora, mescolando aggressività, vocals pulite alternate allo scream e piccoli innesti strumentali di classe come guitar solo pregni di melodia nera e parti ritmiche dinamiche. Il secondo brano, “Rite of Inverse Incarnation” è invece un assalto sonoro all’arma bianca gonfio di violenza, ossessività nel riffing di chitarra e anche nelle vocals sempre più abrasive. È una traccia un po’ troppo ripetitiva in numerosi frangenti e tirata eccessivamente per i capelli, se si eccettua qualche momento più variegato nel finale.
Rite of Inverse Incarnation è un’opera che equivale ad una moneta sonora. Due facce che sarebbe stato interessante se si fossero guardate, anziché ignorarsi a vicenda. Considerando comunque la lunghezza ed il buon rapporto qualità/prezzo il dischetto vale comunque il costo del biglietto.
(World Terror Comitive, 2017)
1. First Congress
2. Rite of Inverse Incarnation