Tra il 2016 ed i primi mesi del 2017 abbiamo visto alcuni “pesi massimi” della scena deathcore mondiale pubblicare album più o meno deludenti, scatenando un’ondata di tristezza e rammarico tra i fans, partendo dai Whitechapel con il loro Mark of The Blade per arrivare al terrificante self-titled dei Suicide Silence. Per questi motivi era abbastanza giustificato il timore nei confronti di questa nuova fatica dei Fit For An Autopsy; per fortuna bastano un paio di brani per dissipare ogni timore ed assaporarsi questa piccola perla creata dal combo del New Jersey.
The Great Collapse si presenta come un disco maturo e ben curato, nel quale i Nostri hanno trovato la quadratura del cerchio interpretando il deathcore nella sua accezione più moderna, senza però perderne di vista le basi ed i canoni principali. Ci troviamo infatti ad ascoltare un platter dal songwriting solido, ritmiche accattivanti ed un mood death metal oriented unito però a quei riff stoppati e quelle velleità tecniche tipiche del metalcore e deathcore di ultima generazione, prediligendo quelle tinte cupe che hanno fatto la fortuna di act quali Thy Art is Murder e Oceano.
“Hydra” è un brano diretto, dominato dai tempi medi e caratterizzato da riff possenti, un drumming variegato ed alcuni innesti vagamenti melodici e malinconici; non mancano poi alcuni breakdown possenti, tra i quali spicca quello posto a metà del pezzo. Si prosegue con l’ottima “Heads Will Hang”, uno dei primi brani utilizzati per promuovere il disco in questione. Anche in questo caso abbiamo a che fare con una predominanza di midtempos: ciò che risalta rispetto al passato è l’utilizzo di alcune clean vocals che, a differenza del cambio di registro vocale utilizzato da alcuni “cantanti core”, non risulta affatto forzato o pacchiano, andandosi invece ad amalgamare perfettamente con la struttura della canzone seguendo l’esempio tracciato dagli Upon A Burning Body di Straight From The Barrio. “Terraform” risulta essere una traccia introspettiva e dannatamente oscura, che alterna parti più lente ad altre più aggressive, nella quale possiamo cogliere gli echi degli ultimi Thy Art is Murder. Una menzione particolare va a ”When the Bulbs Burn Out”, brano abbastanza particolare, il più melodico e sperimentale di tutto il lotto, che rapisce grazie alle sue atmosfere dissonanti, anche se manca decisamente di mordente. La conclusione viene affidata all’ottima “Spiral”, che parte in quarta con sferzate di puro deathcore e riff granitici come non ci fosse un domani, poi si diluisce man mano che i minuti avanzano spostandosi su coordinate più groovy ma comunque ficcanti.
I Fit For An Autopsy sono riusciti a fare quello che altre band del settore avevano tentato con pessimi risultati, ovvero modernizzare il proprio sound rendendolo più “tecnico e ricercato”, senza andare però a minarne i cardini, dando quindi vita ad un’opera godibile e coinvolgente. Date un ascolto a The Great Collapse e non ne rimarrete delusi.
(Long Branch Record, 2017)
1. Hydra
2. Heads Will Hang
3. Black Mammoth
4. Terraform
5. Iron Moon
6. When the Bulbs Burn Out
7. Too Late
8. Empty Still
9. Spiral