A sei anni dal notevole Lvcifer Es, quando si pensava che fosse tutto morto e sepolto, dalle profondità infernali ecco giungere inaspettato il nuovo album per i Fjoergyn che celebrano il ventennale dagli esordi. Ho sempre guardato al progetto come a una delle realtà più anomale dell’intero panorama black metal europeo. Affascinanti, oscuri, ma soprattutto eterogenei al punto di risultare spiazzanti, non solo tra un disco e l’altro ma anche all’interno di ogni loro singolo album, i Fjoergyn riescono a muoversi con una capacità creativa di primissimo livello all’interno di un movimento sonoro che guarda spesso all’intransigenza e che rifiuta le novità stilistiche.
Judasmesse è un altro passo verso la perfezione sonora. Un passo che si caratterizza per la sua intrigante classe, che non facciamo fatica ad identificare come un treno lanciato a folle velocità verso una molteplicità di direzioni contemporaneamente, tutte tra loro legate, ma al tempo stesso tutte quante distanti dalla stasi musicale stagnante. Tra atmosfere spettrali e un’incedere marziale a tratti solenne a tratti orchestrale, ma sempre sublime nella sua eleganza, i Nostri ci portano in una dimensione che nemmeno pensavamo potesse esistere, in cui fluttuare senza riferimenti, in totale balìa dei nove brani del disco.
Concettualmente ispirato ai grandi tradimenti della storia, l’album riesce ad essere ancora più distaccato da quanto fatto finora, portandoli ad essere una realtà che sfiora l’inclassificabilità musicalmente parlando, con un inno alla libertà che non guarda solo a quella sonora. I Fjoergyn non sono a conoscenza di alcun limite musicale. E ce lo hanno dimostrato ancora una volta.
(Trollzorn Records, 2023)
1. Sturz
2. Kain
3. Komm Abel lass uns aufs Feld gehen
4. Prometheus I – Briefe eines sterbenden Kosmos
5. Prometheus II – Uranos Zorn
6. Prometheus III – Plagen
7. Vater(s)land
8. Non Serviam
9. Warfarin