Avevamo lasciato Flora Yin Wong, artista londinese di origine cino-malese, lo scorso anno, alle prese con lo split album Trigram for Earth in compagnia di Sébastien Roux. La ritroviamo oggi, un anno dopo, con il suo nuovo EP Dead Loop, il primo per lei (uscito nella sola versione tape) con la spagnola Paralaxe Editions. Fino ad allora, guardandoci indietro, troviamo altri due album, entrambi usciti con la britannica Modern Love, vale a dire Holy Palm del 2020 e Cold Reading del 2023.
L’EP, che, come detto, esce solo in una spartana versione in cassetta, è una meditazione sul rischio, la memoria e l’inquietante eredità dei movimenti proibiti. In particolare la Yin Wong fa riferimento al “Korbut Flip” (o “Dead Loop” nella sua accezione più diffusa e conosciuta), il salto mortale alle parallele asimmetriche, eseguito per la prima (e ultima volta) alle Olimpiadi di Monaco del 1972 da parte della diciassettenne medaglia d’oro sovietica Olga Korbut (ex ginnasta sovietica naturalizzata statunitense, vincitrice di sei medaglie olimpiche). Nel 1977, un’altra ginnasta sovietica, Elena Mukhina, modificò il rischioso salto mortale con un’ulteriore torsione, consolidando lo status mitologico del movimento con un’ulteriore reiterazione. Sta di fatto che Federazione Internazionale di Ginnastica lo considerò talmente pericoloso e lo bandì da tutte le competizioni.
I due brani che compongono l’EP, “1972” e “1977” sono dunque da interpretare come le date dei due salti, l’apertura e la chiusura di un cerchio che ha rappresentato un unicum per la storia della ginnastica mondiale. Due momenti storici, e in questo caso sonori, che ci presentano un’artista che continua nel suo percorso interdisciplinare, caratterizzato dalla ricerca di passaggi sonori inusuali, atipici e rappresentativi di realtà consolidate. Una sperimentazione che si apre a tutte le modulazioni possibili del suono. Per l’occasione Flora Yin Wong ha scelto di mettere al centro delle registrazioni l’uso del kemence (strumento a corde del Mediterraneo orientale diffuso in Turchia, Grecia e Iran) attraverso cui realizza e ripropone la tensione delle ginnaste sulle parallele con un sapiente uso dei riverberi e dei silenzi.
(Paralaxe Editions, 2025)
1. 1972
2. 1977