Chiunque ascolti musica con un minimo di passione, interesse e impegno, si trova davanti al paradosso dei nostri tempi in cui tutto ciò che era nel e del passato torna a galla (qualche volta anche “a gola”, come si dice in Toscana). Si pensi alla varie reunion, a tour di band di sessanta/settantenni ma anche a come tanti progetti musicali non riescano a produrre nulla di innovativo o quantomeno originale e preferiscano, quindi, rifugiarsi furbescamente e in modo semplicistico nella sterile riproposizione di stilemi e modelli musicali oramai risalenti al passato. Lungi da chi scrive voler indagare sulla motivazione di ciò (anche se qualche idea a proposito si ha) ma è un dato che va registrato. L’interrogativo si pone nuovamente al ventesimo secondo del primo pezzo di At the Pyres of Sin, album d’esordio di questa band svedese i cui membri, almeno dalle foto, non sembrano certo di primo pelo, quando la distorsione tipica del death proveniente dall’area di Stoccolma si alza prepotentemente dalle casse. E quindi non possiamo non citare Entombed, Unleashed, Dismember rimanendo nella capitale, ma anche allargandoci ad altre città per abbracciare quindi At the Gates, Edge of Sanity e il gusto melodico dell’accoppiata In Flames/Dark Tranquillity. Quindi? Significa che torniamo indietro di trent’anni e bella lì? No, c’è molto di più e difatti At the Pyres of Sin risulta essere un disco intrigante, ben fatto e divertente. Andiamo a vedere perché.
Attivi dal 2019, i For the Pyres vengono dall’area di Göteborg e le note promozionali ce li presentano menzionando influenze derivanti da Edge of Sanity e i già citati Unleashed e Dismember, il thrash metal anni Ottanta, soprattutto proveniente dalla Germania, e lo stile più melodico di King Diamond, W.A.S.P. e Candlemass. L’opener “All Becomes None” sembra confermare le coordinate citate in quanto i nostri riescono abilmente a coniugare il roccioso death metal nordico con le eleganti e svolazzanti sequenze di note di alcuni fraseggi e negli assoli dal gusto neoclassico marchio di fabbrica del mitico Andy LaRoque. “Let Their Blood Colour Our Swords” ci permette di godere a pieno dell’ottima prestazione del batterista Martin Latvala (doppia cassa spietata e precisa come un cecchino e piatti dosati con gusto e precisione) e della robusta e sicura prova del vocalist Oannes Hagby. I pezzi della tracklist proseguono alternando sfuriate slayeriane a quelle ad alta velocità tipiche di Sodom e Kreator (e sottolineo nuovamente la bellezza della doppia cassa), facendo risultare i For the Pyres come una band molto coinvolgente anche grazie ai cori e alle doppie voci (vedi “Overture of Demise”). La settima canzone, “Void”, risulta essere forse la più interessante tra le dieci di At the Pyres of Sin, vuoi per l’intrigante intro, vuoi per la padronanza del quartetto di Borås nell’alternare le varie parti e i singoli riff. La title-track posta a chiusura si rifà in qualche modo all’esempio di “Void” e, pur essendo il brano più lungo, si mostra divertente, movimentata e per niente noiosa, grazie anche a un certo gusto melodico citato nella presentazione (qua si riscontra chiaramente l’ispirazione ai doomster capitanati da Leif Edling).
Bene quindi questo esordio di questa band svedese (dopo l’EP Artless del 2021) che presenta dei musicisti pienamente consci delle proprie capacità tecniche e compositive, oltre che una profonda cultura musicale che permette loro di coniugare stili (sulla carta) molto lontani. Rimangono quindi l’interrogativo e il paradosso di inizio recensione e il tutto sembra rimanere senza soluzione. Forse vale la pena sperimentare e tentare strade nuove ma se la miscela di sensazioni e richiami “vecchi” viene fatta con serietà, coerenza e tanta tanta passione si ha tra le mani qualcosa di coinvolgente e, perché no, emozionante.
P.S.: il voto forse meriterebbe mezzo punto in più ma magari aspettiamo nuova musica.
(Gruesome Records, 2025)
1. All Becomes None
2. Let Their Blood Colour Our Swords
3. Downfall
4. Overture of Demise
5. For the Dawn
6. Enslave and Dominate
7. Void
8. Until Obedience
9. Where Icons Turn to Dust
10. At the Pyres of Sin