Francesco Lurgo, ex-FLeUR, mette a segno il suo secondo album solista grazie alla visionaria e allucinata lungimiranza sonora della 13/Silentes, punto di riferimento di primissimo piano per chi cerca nella musica quel qualcosa che sente dentro, ma a cui non riesce a dare forma. Concettualmente legato ad un immaginario acquatico, The Gentle Whale sposta l’obiettivo da un paradigma isolazionista connesso ai peggiori momenti pandemici – emotivamente parlando – del debutto Sleep Together Folded Like Origami del 2022, ad un contesto che guarda ad un ampliamento sonoro paradossalmente più malinconico, ma sempre più legato alla ricerca della melodia come elemento fondante dei brani. L’album ha un suo carattere quasi austero, che si evidenzia in modo piuttosto netto, nonostante una continua ricerca volta al tentativo di rendere concreta l’intimità emotiva di un approccio elettronico isolazionista. Se pensavamo che la scelta stilistica del debutto fosse condizione legata indissolubilmente alle deviazioni mentali del lockdown, dobbiamo oggi ricrederci, perché il seguito che stiamo ascoltando ora, mostra – per assurdo – una maggiore profondità emozionale. Lurgo scava realmente a fondo, andando a sondare quelle profondità oceaniche oscure in cui si perdono i suoi pensieri.
A metà tra ambient e post-rock, The Gentle Whale apre – e si apre – ad una pluralità di soluzioni, a volte tra loro estremamente distanti, che servono come base per la scelta dell’approccio futuro, che, per forza di cose, dovrà essere più monotematica e meno dispersiva (scelta sentita personale nostra). Non guardiamo però a questa come ad una critica, intesa come album non a fuoco. Crediamo invece che riuscendo a concentrare il focus su una specifica ricerca Lurgo possa sondare a fondo, in modo più cristallino, le delicate sonorità che riesce a costruire. Un album che – come detto – mostra una serie infinità di possibilità, una tavolozza di colori dalle sfumature davvero infinite, non può che affascinare, questo è quello che deve essere chiaro. Come è chiaro che il tutto sia da intendere come uno dei complimenti migliori da parte di chi, come me, guarda quasi esclusivamente in modo monocromatico alla vita.
The Gentle Whale suona delicato nelle nostre stanze, aprendo un parallelismo quasi tangibile con le risonanze di un mare che cambia in modo quasi repentino, costringendoci ad adattarci alle sollecitazioni per non andare alla deriva. Se, alla fine della traversata, tutto finisce, non è detto che il ritrovarci a terra, tra le calde e accoglienti braccia di una rada sicura in cui ci siamo rifugiati, sia davvero quello che avremmo voluto. A volte lasciarsi andare nell’infinito di un mare in tempesta potrebbe essere un inferno meno doloroso rispetto alla civiltà che ci attende rumorosa una volta sbarcati. Il mare aperto può essere quasi claustrofobico, ma non per me che guardo al silenzio degli oceani come alla pace impossibile da trovare a terra. In chiusura possiamo pensare al disco come a un’immersione nell’abisso degli oceani, dove l’oscurità riesce ad essere tanto calorosa quanto ammaliante. Ragion per cui non deve sorprenderci se la “balena gentile” ha scelto di restare qui, anziché avvicinarsi a riva, dove la attendono orde di civilizzatissimi cannibali.
(13/Silentes, 2024)
1. The Room As An Exoskeleton
2. Sing Me To Sleep
3. Blind Cinema
4. The Gentle Whale
5. Calypso Deep
6. PLxPBxSR
7.Laminaria Pallida
8. Different Kinds Of Nights
9. Horizontina