Ha da poco smesso di piovere e una spettrale livrea nebbiosa ammanta la campagna della bassa modenese. Sembrerebbe una timida e poco invitante serata primaverile ma qualcosa squarcia la calma e riversa una porzione di inferno sulla Terra; basta avvicinarsi all’ingresso del Borderline per percepire un’aura completamente differente, i fans del death metal e del grind riempiono il cortile del locale e le prime note di quella che si rivelerà una devastante serata esplosiva, cominciano a scandire l’inizio del pandemonio.
GUTALAX + Grumo
+ Demiurgon + Anal Phobia
Borderline, Modena
09 / 04 / 2016
ANAL PHOBIA
Il locale è ancora poco popolato quando gli Anal Phobia prendono possesso del palco e, per nulla scoraggiati, aprono le danze con il loro deathcore impreziosito da velleità tecniche. Le tematiche goliardiche da loro trattate appaiono perfettamente in linea con lo stile della serata e adatte ad alleggerire i brani, che si susseguono senza intoppi preparando il terreno per il degrado e la follia danzereccia che esploderà a fine serata con lo show degli headliner.
DEMIURGON
Ore 22.30 circa, è il turno dei modenesi Demiurgon, indubbiamente l’act più violento e brutale della serata, che non molto tempo fa aveva già calcato il palco del Borderline. A questo punto la sala inizia a riempirsi e l’animo degli astanti si scalda sulle prime note di “Rex Mundi, Chastisement of Innocent”. Purtroppo all’inizio i suoni risultano un po’ sbilanciati (soprattutto le chitarre faticano ad emergere) ma fortunatamente dopo un paio di correzioni viene trovato il giusto equilibrio e la bravura dei Nostri non tarda a conquistare tutti i presenti. I vari pezzi, eseguiti in maniera chirurgica e potente, colpiscono nel segno; il vigoroso frontman Stefano Borciani coinvolge a più riprese il pubblico grazie anche ad alcuni siparietti divertenti, tra i quali il lancio di dvd porno e le gag con l’onnipresente palma gonfiabile. Il resto dello show viene affidato al sound monolitico che riporta alla mente i seminali Suffocation, soprattutto all’altezza di brani come “Leak Dawn Empire”; molto apprezzabile anche la cover del brano dance “Eins Zwei Polizei”, ovviamente rivisitato in chiave death metal.
GRUMO
Chi meglio dei Grumo poteva fungere da apripista per i Gutalax? Dopo un rapido soundcheck tocca al micidiale grind-trio modenese intrattenere il pubblico del Borderline con l’ormai rodata nuova formazione. Gli emiliani iniziano a sciorinare una serie di brani assassini tutti basati sull’old-school grindcore, sconfinando a volte in territori crust-hc, altre volte in territori goregrind: il risultato è pura e semplice violenza sonora, perfetta per scatenare il pogo sotto il palco. Molto gradita anche la riproposizione di due brani storici della band, che da tempo non rientravano nelle scalette dei concerti: stiamo parlando di “Modena Citygrinders” e “Scruto il tuo discreto scroto”, accolti con un’ovazione di massa. Entrambi i brani sono ignoranti e caciaroni al punto giusto, dunque perfetti per fomentare un delirio man mano in crescita.
GUTALAX
Dopo un cambio di palco piuttosto agile giunge l’attesissimo momento di vedere all’opera i cechi Gutalax, fautori di un groovy goregrind tanto marcio quanto demenziale; sulle note di un famoso motivetto western i Nostri fanno la loro comparsa sul palco indossando come da tradizione le tute bianche da “disinfestatori”, per dare subito il via alla devastazione più totale. Pescando a piene mani dai loro due album, il combo di Křemže mette in piedi uno show esplosivo e dannatamente coinvolgente, benedetto da suoni nitidi e potenti. La loro esuberanza sconfina immediatamente oltre i confini del palco, animando un moshpit scatenato e folle tra rotoli di carta igienica che volano in tutte le direzioni, ciambelle e palloni da spiaggia gonfiabili, scopettoni del wc, e chi più ne ha più ne metta! Il coinvolgimento del pubblico è totale, un risultato mai semplice da ottenere e mantenere sino al termine dello show; il goregrind dei Gutalax, invece, non fa prigionieri e colpisce duro con riff pesantemente distorti, rallentamenti groovy, ritmiche danzerecce e l’immancabile piq-squeel gorgogliante del frontman. La ciliegina sulla torta è l’affabilità con la quale la band si confronta con gli astanti, in modo umile e simpatico, abbozzando anche alcune “parolacce” rigorosamente pronunciate in italiano . Al termine dell’esibizione il pubblico, per quanto sudato, esausto e decisamente appagato non tarda ad innalzare il classico coro “we want more” che convince i Gutalax a regalare un ultimo brano prima di abbandonare definitivamente il palco.
Tirando le somme non possiamo che dirci soddisfatti per quest’ottima serata, nella quale si è riusciti a portare un po’ della schizofrenia targata Obscene Extreme Festival nel Bel Paese. Un doveroso ringraziamento va dunque a The Abyss ed allo staff del Borderline, che da svariati anni si adopera con grande passione per promuovere eventi legati al rock e al metal, ospitando sovente pure tante realtà italiane, emergenti e non.