Le influenze sono una brutta bestia specie, quando sono talmente radicate in un musicista da monopolizzare ogni sua mossa. Caso eclatante è quello degli americani Freedom Hawk, arrivati a quota sei album con questo nuovo Take All You Can. Questo quartetto, partito più come gruppo stoner/doom, è attivo da quasi vent’anni e ci si stupisce di una tale involuzione dopo tanta gavetta. Eppure è successo con una deviazione netta verso il manuale perfetto del revival.
Non che la band abbia mai brillato prepotentemente per inventiva, ma spiace assistere ad un cambio di rotta così prepotente alla ricerca dei bei tempi andati. Viene mantenuto fortunatamente un certo approccio grasso, specie negli imponenti riff stoner, come nella buona opener “Age of the Idiot” che ha dalla sua un bell’assolo blues ed una sezione ritmica davvero ispirata. Purtroppo i dolori arrivano poco dopo in primis per delle vocals che arrivano a copiare fastidiosamente Ozzy Osbourne al 100%, ma in generale a imitare troppo colleghi altrettanto conosciuti. I riff simil-metal della forzata title-track “Take All You Can” fanno il verso ai The Sword ed ovviamente ai Black Sabbath e non basta un ottimo lavoro solista a risollevarsi dalle derivative ed anonime “Never to Return”, “Skies So Blue” o “From the Inside Out” (stavolta fanno capolino gli Iron Maiden primo periodo). Nel mezzo ci sono tiepidi accenni di ripresa come il blues notturno e doomish di “Seize the Day” o il desert rock a nome “Coming Home” che contiene una discreta accelerata, ma in generale non c’è un’idea che non sia già stata scritta da altri, che di per sé non è un vero e proprio difetto (in fondo è difficile inventare qualcosa di nuovo) ma la sensazione di déjà vu è immensa come una nuvola scura. Scavando poi più a fondo il dispiacere aumenta perché i piccoli dettagli sparsi nel disco descrivono dei musicisti tecnicamente capaci (l’heavy metal primordiale di “We Need Rock N’Roll” o la psichedelia sessantiana di “Desert Song”) ma privi forse di quell’ispirazione che serve per fare la differenza.
Album troppo di mestiere e tristemente derivativo seppure piacevole per un paio di ascolti.
(Ripple Music, 2022)
1. Age of the Idiot
2. Take All You Can
3. We Need Rock N’ Roll
4. Seize the Day
5. Never to Return
6. From the Inside Out
7. Skies So Blue
8. Coming Home
9. Desert Song