Morphogenetic Fractal Hologram è il quinto album di Fugit, moniker dietro il quale si nasconde l’italianissimo Andrea Milan. Attivo sin dal 2014 il Nostro è un artista molto prolifico, avendo dato alle stampe anche numerosi EP, un universo di pubblicazioni che descrivono il suo percorso di maturazione e cambiamento. Fugit, nel 2023, suona essenzialmente un post-black metal i cui riferimenti possono essere rintracciati in Alcest da un lato e nel depressive dall’altro, con piccoli rimandi a qualcosa di Agalloch e King Apathy/Harakiri for the Sky/filone blackgaze.
La partenza affidata a “White Limbo” tratteggia gli aspetti siderali, notturni e cangianti che caratterizzeranno poi anche tutto il resto del lavoro; un pezzo strumentale, fumoso e nebbioso, elementi questi che verranno ripresi più avanti anche in canzoni dall’approccio più marcatamente aggressivo, come la seconda “Starburst”. Di matrice decisamente più “post-” questa traccia vede affiancarsi due tratti citati poco sopra: da un lato l’amore per le melodie sognanti à-la Alcest, dall’altro l’uso di un’effettistica algida che ci ricorda alcune cose fatte da Lustre, Midnight Odyssey e compagnia cantante. Il brano è onesto, evocativo e assolutamente piacevole, delle qualità che per fortuna ritroviamo anche nei successivi pezzi, come ad esempio “Ekpyrosis”. Qui emerge un tratto più sporco e ferale delle chitarre che ci riporta a certe cose dei primissimi Agalloch, ma le sei corde sanno farsi anche malinconiche e nostalgiche come in “Dysphoria”, una delle canzoni più coinvolgenti di tutto il lotto, dotata di gran pathos e climax. Ad arricchire il tutto il cantato, che vede un’alternanza tra screaming e clean azzeccata e tutto sommato di buona fattura, con il pulito che ci è piaciuto in maniera particolare.
Passando ai difetti di Morphogenetic Fractal Hologram (pochi, per fortuna), possiamo giusto segnalare alcune incertezze da un punto di vista strumentale e nella voce in screaming, ma sono piccolissimi dettagli che non intaccano la qualità di un disco che, al netto di due/tre episodi meno riusciti (ci riferiamo essenzialmente alle ultime due tracce e a “Deus Sive Natura”, forse le più deboli del lotto), conferma Fugit come un nome da tenere d’occhio. Il Nostro ha sicuramente un gusto e delle idee abbastanza definite che gli permettono di offrire al pubblico un ascolto coinvolgente e piacevole, non originale forse, ma di eccellente fattura.
(Autoproduzione, 2023)
1. Whie Limbo
2. Starburst
3. Ekpyrosis
4. Shrivel
5. Deus Sive Natura
6. Dysphoria
7. Morphogenetic Fractal Hologram
8. Il Volo Proibito
9. Out of Sync With the World