Fyr è il nuovo EP dei GAUPA, quartetto svedese che arriva alla quarta release, e che lo fa con un disco di quattro brani. Cinque, se consideriamo il bonus della traccia live, presente solo nella versione fisica. Ci arrivano dopo due album e un buon numero di singoli, che testimoniano la grande vitalità di una band che ancora non ha ricevuto le attenzioni che crediamo meriti. Negli ultimi anni hanno perso per strada la seconda chitarra, e quello che poteva inizialmente essere visto come un qualcosa che potesse rallentare la loro corsa si è invece rivelato un incidente di percorso che ha paradossalmente permesso loro di fare ancora meglio. Il nuovo EP è infatti caratterizzato da un sound maggiormente omogeneo, che si rivela anche, al tempo stesso, molto più aggressivo e avvincente rispetto al recente passato.
Da un punto di vista concettuale Fyr si collega al romanzo di fantascienza di Ursula K. Le Guin The Word for World is Forest, uscito nel 1972 e tradotto per l’Italia come Il mondo della foresta solo nel 1977, romanzo dal retrogusto surrealista che invita a ragionare sulla distanza che esiste tra realtà, immaginazione e sogno. Al netto di questo lodevole tentativo di coniugare musica e letteratura, Fyr è un ottimo esempio di come si possa guardare allo stoner con un approccio che mescola psichedelia e progressive, in modo da distaccarsi da quei binari scontati in cui in troppi si accalcano, accodandosi, in attesa di raggiungere un capolinea fin troppo affollato di cloni. L’EP possiamo pensarlo costruito intorno alla figura e alla performance della cantante Emma Näslund, capace di accentrare tutte le attenzioni di chi, per la prima volta, entra in contatto con la band. Il tutto su una base ritmica di livello che garantisce un intrigante alternarsi di groove martellanti e di passaggi ipnotici.
Detto che si tratta di un passo avanti deciso, soprattutto a livello compositivo, verso una maturazione che possa consacrarli ancor più di quanto non abbiano ottenuto ultimamente, ci piace sottolineare come l’idea dell’EP renda l’ascolto ulteriormente piacevole, proprio perché maggiormente, e più facilmente assimilabile, rispetto ad un album intero che in un genere come il loro rischia di “suonare” a tratti eccessivamente ostico.
(Magnetic Eye Records, 2025)
1. Lion’s Thorn
2. Heavy Lord
3. Ten Of Twelve
4. Elastic Sleep
5. Sömnen/Febersvan (Live at Monkey Moon Studios, 2023)