Fuori il primo settembre 2023, ROKUBUNGI è l’esordio sulla lunga durata del quartetto inglese Gendo Ikari, che negli ultimi anni già ci ha deliziati con una gragnuola di split, demo e singoli da far sanguinare le mucose uditive. Il titolo del lavoro altro non è se non il primo cognome del personaggio della serie animata Neon Genesis Evangelion da cui il gruppo prende il nome. Un bagaglio culturale parecchio impegnativo per dei ragazzi che si propongono di suonare un grindcore contaminato e poliedrico seppur, nella propria violenta esuberanza, dalla realizzazione piuttosto lineare.
Il lavoro apre coi toni squadrati e massici di “Abhorrent” e “Pity”, dai breakdown martellanti, sorretti da percussioni ossessive e vocals alternanti tra uno scream acido più grind e un growl decisamente tendente al death metal. Presto però la natura caleidoscopica di ROKUBUNGI viene alla luce, rivelando gli innesti screamo di “Profound Failure” o quelli hardcore di “Exhausting”. La cosa che sicuramente caratterizza di più l’album, e che a parere di chi vi scrive sarebbe stato il caso di approfondire di più, è lo spirito schizoide e funambolico che caratterizza i brani più tecnici e veloci. Pezzi come “Lip Service” e “Despise” portano i quattro di Glasgow a paragone con band del calibro di Discordance Axis e Cephalic Carnage, se non addirittura dei giganti del grindcore tecnico Human Remains. L’ispirazione che traspare da questi frammenti si perde invece nel marasma prodotto da pezzi banali come “Beg – Die”, “Jaw Binding” o “It’s Mutual”, che dalle vocals alle chitarre sanno di “già sentito” lontano un chilometro, contribuendo certo alla varietà della merce ma non alla sua qualità.
Nonostante la breve durata di 25 minuti scarsi, l’esordio full-length dei Gendo Ikari ribolle di voglia di fare, conoscenza della materia e idee, anche se non sempre sfruttate a pieno o elaborate fino in fondo. Nel complesso, ROKUBUNGI è un album grindcore violento – ma ne avete ascoltati di più violenti –, impegnativo – ma ne avete ascoltati di più impegnativi – e, se vogliamo, moderatamente sperimentale, anche se certi passaggi non potranno che farvi esclamare un doloroso “Peccato!”.
(Autoproduzione, 2023)
1. Abhorrent
2. Pity
3. Frail Bliss
4. Exhausting
5. It’s Mutual
6. Cursed Absence
7. Murk
8. Lip Service
9. Moments of Collapse
10. Beg – Die
11. Jaw Binding
12. Endless Passion
13. Despise
14. Marred
15. Profound Failure