Glacial Mass nasce da una costola di Θ (Theta), progetto principale del greco Themistoklis Altintzoglou attivo tra la madrepatria e la Norvegia. Dopo il debutto in cassetta su Industrial Coast nel 2020 con l’album misanthropia lo troviamo nuovamente alla ribalta con questo suo The Passion, uscito ad aprile su Gymnocal Industries.
Siamo sostanzialmente nelle stesse desolate e opprimenti lande sonore del progetto principale. Non ci si discosta di molto. All’approccio nichilisticamente orientato verso l’ambient apocalittico Themis aggiunge una profondità di suoni analogici che sposano il concetto di band grazie alla collaborazione con lo storico amico Manos, qui impegnato alla batteria. Ne esce un album nerissimo, che si esalta con suoni ipersaturi, vibranti a bassissime frequenze e scandito da un ritmo ossessivamente cadenzato come una litania scandita ripetutamente che rifà il verso alle giaculatorie liturgiche.
Concettualmente abbiamo a che fare con un lavoro che guarda in modo ipercritico alla religione, scagliandosi soprattutto contro la dittatura delle idee che ha sancito la schiavitù dell’anima in modo oppressivo e con sistemi “colonialisti”, senza lasciare cioè libero arbitrio e libero pensiero ai fedeli. No Gods, No masters. Un album che senza compromessi si candida a soddisfare tutti coloro che hanno bisogno di guardare l’abisso per capire come riprendersi l’anima.
(Gymnocal Industries, 2024)
1. Dis Ease
2. Hell Number Unknown
3. Pile of Matter
4. Unattained
5. Ascent
6. Blood and Body
7. Expected