Ad appena un anno da quel Peyote Queen che aveva fatto parlare bene di loro, i Gorilla Pulp, superando ogni aspettativa, si riaffacciano a dire la loro sul revivalismo hard rock con un secondo, stupendo, full length: Heavy Lips!, uscito, come il precedente lavoro, per Retro Vox Records.
Chi li conosce sa già che si troverà davanti la loro miscela di hard rock, heavy blues, stoner e psych, in un gioco citazionistico che espone fieramente un dato bagaglio musicale, tramite continue e intelligenti strizzate d’occhio agli ascoltatori, e che percorre tutto un ramo di musica rock, dai Black Sabbath e Led Zeppelin a Monster Magnet, Queens of the Stone Age e anche qualcosa di Audioslave (vedi l’assolo di “The Low Song”) aggiornandone il racconto, il mitologhema, con gusto moderno. Anzi assumiamo a chiave di lettura dell’intero album, proprio il riff sabbathiano che chiude la traccia conclusiva, “Ape Eyes” – e dunque l’intero lavoro – come un singulto, un rigurgito mal trattenuto, un reflusso che tradisce esplicitamente i loro appetiti musicali. Il loro però non è il caso di chi è costretto a citare per mancanza d’idee, di chi imbastisce, ingenuo, la classica fiera del luogo comune, ma più un ironico gioco intellettuale con l’ascoltatore, un consapevole processo vivificatore e svecchiante che soffia via quegli strati di polvere depositatisi, con gli anni, sopra i classici. Lo fanno principalmente con un’ottima scrittura dei brani, scelte stilistiche che si dimenano tra secchiate di calda sabbia desertica, andamenti tra hard rock e stoner (vedi la sezione ritmica alla QOTSA in “In Your Waters”) su cui spesso si incarnano momenti psych, una buona dose di ironia (mi pare che ce ne sia nella stupenda titletrack) e tanta sensualità, sempre esplicita nei loro video, e che qui è rimarcata a partire dal titolo dell’album, da un artwork ammiccante (un altro caso di intertestualità?) e da un basso che (vedi di nuovo la titletrack) si muove, sinuoso e lussurioso, come un crotalo. Merita di essere nominata anche la bellissima “Prey on your Mind” mentre convince molto meno “The Low Song”, un brano che tocca altre corde e dal piglio più sussurrato e intimistico.
Heavy Lips! è una prova sorniona, intelligente e sexy, una proposta freschissima, nonostante il materiale grezzo trattato non sia dei più nuovi, in grado di abbracciare, e piacere a, rocker di ogni tipo ed età.
(RetroVox Records, 2017)
1.Bless the Moon
2.In Your Waters
3.The Witches Twirl
4.Heavy Lips
5.Cactus Killer
6.Prey on Your Mind
7.The Low Song
8.Ape Eyes
7.5