Avete presente il brutal death americano di vecchia scuola, quello nato e cresciuto grazie a formazioni quali Suffocation, Deeds Of Flesh, Gorgasm, Disgorge e compagnia bella? Bene, i californiani Gortuary si rifanno esattamente a quello stile, proponendo una versione tecnicamente impeccabile ed ammodernata di quel sound che ha infiammato gli animi dei deathster più estremi durante gli anni ‘90. Dopo una lunga pausa durata ben otto anni il combo di San Diego è tornato a far sentire la propria voce con un disco nuovo di zecca, curato e dannatamente accattivante.
Divine Indigenous Sacrament ci accoglie con un intro completamente strumentale dal taglio melodico, che servirà a calarci nell’atmosfera mistico-sacrificale della cultura precolombiana per poi venire aggrediti frontalmente da “Sacrificial Bloodletting” brano veloce e terremotante incentrato su up-tempo, assalti in doppia cassa ed alcuni riff dissonanti che fungono da contraltare ad altri decisamente quadrati e massici, l’opera di distruzione viene magistralmente completata dal growl gutturale di Nate Twyman. Giunti a “Decollate the Paragon” toccheremo con mano la grande capacità dei Gortuary di maneggiare il brutal death primordiale sfoderando per l’occasione un brano cadenzato e monolitico, tra riff pachidermici e blast beat devastanti studiati per annichilire letteralmente l’ascoltatore. Si prosegue su queste coordinate con i brani successivi, tra i quali spiccano “Ruthless Transgression”, nel quale si percepisce una chiara volontà di tributare il brutal americano di vecchia scuola, e la conclusiva “Eradicated Empire”, dal taglio maggiormente tecnico che riprende alcune soluzioni dissonanti e cambi di tempo repentini simili a quelli presenti nella prima traccia arricchendo poi la trama della canzone grazie ad un paio di assoli di chitarra.
Divine Indigenous Sacrament ha tutte le carte in regola per potersi ricavare uno spazio nella classifica delle migliori uscite death metal del 2018. In attesa dell’annunciato e tristemente più volte posticipato ritorno dei maestri Disgorge, ci potremo sollazzare e scatenare con quest’ultima fatica tragata Gortuary, a mio modesto avviso un vero must have!
(Amputated Vein Records, 2018)
1. Intro
2. Sacrificial Bloodletting
3. Deities of Disease
4. Decollate the Paragon
5. Prophetic Cataclysm
6. Ruthless Transgression
7. Rise of the Insurgents
8. The Barbarian Horde
9. Eradicated Empire
8.0