Gli An Autumn for Crippled Children sono tra i gruppi più misteriosi in circolazione. Di loro si conosce poco, né è possibile vederli dal vivo. Noi li abbiamo rintracciati e abbiamo provato a sapere qualcosa in più sul loro conto. Ovviamente si parla pure del loro ultimo album, Eternal, uscito alla fine dell’anno scorso (qui la nostra recensione) per Wicker Man Recordings.
Ciao e benvenuti su Grind on the Road. È passato qualche mese dall’uscita di Eternal, vi va di fare un bilancio assieme? Soprattutto ho notato che la produzione non è piaciuta tantissimo, voi siete soddisfatti?
Intendi dei brani o del sound? Siamo comunque molto contenti di entrambi. Si tratta di uno dei nostri migliori lavori.
Di cosa parla l’album, c’è in qualche modo un filo conduttore tra l’artwork e i testi, al di là del cromatismo grigio-nero?
I temi principali possono essere la perdita della giovinezza, e altri tipi di perdite, e la speranza. La foto del girasole ha dato la giusta atmosfera: un senso di atemporalità (come le foto dell’artwork interno) e melanconia.
A me piace pensare che The Last Goodbye dava il senso di un addio, della morte, mentre Eternal della vita eterna dopo la morte, come se quindi ci fosse questo tipo di continuità tra i due lavori. Quanto mi sbaglio? E qual è il vostro credo?
The Last Goodbye aveva per tema una morte molto vicina che ci ha riguardato. Eternal è una sorta di reazione a ciò… La vita va avanti. Non c’è nessuna deliberata connessione fra i due album.
È noto che voi non fate concerti, la mia idea è che la vostra musica sia un’esperienza di vivere privatamente non in grandi riti sociali come il live. Il che, nonostante non si possa dire di voi che suoniate metal tout court, è una posizione controcorrente, anche se adottata sempre più spesso dalle band, all’interno della “cultura” metal.
Non siamo contrari al suonare live, semplicemente è impossibile farlo per noi, A causa di motivazioni personali. I concerti possono essere una cosa positiva o negativa, ma non siamo contrati.
Qual è il prezzo per corrompervi e farvi suonare dal vivo e quali clausole vorrete nel contratto?
Il punto non è il denaro, ma i problemi logistici
A cosa è dovuta, invece, la riservatezza circa le vostre identità?
Per noi ciò che conta è la musica, nient’altro.
Non essendo mai impegnati in tour, avete sicuramente molto tempo per comporre, il che spiegherebbe la vostra prolificità, ma se non sbaglio militate anche in altri progetti, no?
Prima sì, ma ora non più. Gli AAFCC sono ciò su cui siamo concentrati e per cui spendiamo del tempo.
State già lavorando al successore di Eternal?
No, ci stiamo prendendo una piccola pausa.
Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Fare dischi migliori.
Noi abbiamo finito, grazie per il vostro tempo. Potete concludere come volete.
Grazie.