Tra Frantic e Agglutination, il centro sud quest’anno godrà ancora una volta di una sfilza di esibizioni di pesi massimi. Oggi su Grind on the Road ospitiamo Claud G. Warrior, boss della fanzine calabrese Metal Redentor, che intervista Gerardo Cafaro, leggendario patron del festival più longevo in Italia, l’Agglutination appunto, giunto alla sua venticinquesima edizione e che sfoggerà, quest’anno, una line-up con Napalm Death, Death Angel, Carpathian Forest, Strana Officina, Carthagods, The Black ed SBS. Buona lettura!
Ciao Gerardo, innanzitutto grazie per dedicare il tuo tempo a rispondere a noi cialtroni di Metal Redentor / Grind on the Road! Questo 17 Agosto si svolgerà per il 25esimo anno consecutivo il nostro amato Agglutination, è sempre più un record! Portando indietro la mente ai primi anni del fest, pensavi davvero di riuscire a ripetere sto casino per un quarto di secolo?
Ciao, mai avrei pensato davvero di avere la forza di continuare questo lavoro enorme per così tanto tempo, ancor di più oggi con la crisi che c’è. Inoltre il pubblico anche oggi non è più quello di una volta.
Il nome “Agglutination” nasce dal termine “agglutinare”, quindi mescolare diversi generi (del metallo) all’interno dello stesso fest: questa scelta sicuramente incentiva una partecipazione maggiore in una scena abbastanza frammentaria. A parte ciò che ho detto io, sapresti illustrarci in maniera più ampia i pro ed i contro di questa direzione artistica del fest?
Il cartellone di ogni edizione nasce nell’ottica di essere quanto più variegato possibile, dall’hard rock fino al black metal. Purtroppo però non sempre riesci ad avere i gruppi che vorresti, ma nel complesso questo marchio è stato quasi sempre rispettato. Che sia una cosa positiva questo lo penso io, anche se non saprei in termini di pubblico invece orientarsi su un solo genere cosa porterebbe.
L’Agglutination sembra poter contare molto sulle autorità pubbliche della Basilicata (almeno, ad un occhio esterno come il mio sembrano abbastanza disponibili!). Questa collaborazione è esistita dalle prime edizioni? Quanto pensi sia fondamentale per un fest che voglia fare il “gran passo in avanti” il dialogo con le amministrazioni locali?
Dire “molto” sarebbe troppo bello, il festival nelle prime edizioni ha vissuto solo di suo ma poi negli anni con i risultati ottenuti anche di ritorno economico sul territorio, è stato tenuto anche in considerazione dalla Regione Basilicata. Oggi, dopo venticinque edizioni in campo, quando partecipiamo al bando che esso pubblica una volta all’anno, riusciamo ad ottenere 1/4 dei costi reali e la giusta considerazione, questo per noi è importante, ma non è assolutamente facile e scontato. Pensa ancora ad oggi aspettiamo un aiuto dello scorso anno e questo ti fa capire cosa significa per il futuro e per questo festival. Inoltre il dialogo con le amministrazioni locali è una cosa fondamentale, una cosa che abbiamo sempre avuto e ringraziamo sempre le autorità per la loro disponibilità.
In moltissimi negli anni ti avranno detto “chi te lo fa fare?” riguardo l’organizzazione del fest. Cos’è che, secondo te, manca nel nostro Sud e, in generale, in Italia per permettere a questi eventi di “proliferare”?
Credo che le nostre istituzioni dovrebbero puntare di più sui grandi eventi, quelli che producono con ritorno di immagine ed economico per i territori e non buttare tante risorse per cose che sono limitate a “loro se la fanno e loro se la sentono”. Io sto continuando a fare il festival tra mille difficoltà perché ci sono tanti giovani fans di questa manifestazione che come me non vorrebbero mai vederlo morire, inoltre essere oggi il più longevo festival heavy metal in campo nazionale è un primato da difendere fin quando si riesce, tutto dipende dalla partecipazione di pubblico da un’ edizione ad un’ altra. Per cui se anche voi volete che il festival continui ad offrire bei nomi ed una grande manifestazione anche al Sud, bisogna partecipare, perché solo quando poi si perdono le cose se ne capisce il valore.
Ti sarà capitato di andare a fest esteri e, da organizzatore, ti sarà venuto spontaneo fare un confronto. Cos’hai notato trovandoti lì?
Il Sud è triste purtroppo, noto che a livello di organizzazione non si ci può lamentare, invece è il pubblico che fa la differenza, le presenze, al Sud poca gente va ai concerti…
Tanti sono ormai i gruppi passati all’Agglutination tra quelli del panorama overground internazionale e dell’underground nostrano. Di entrambe le categorie, quali sono quelli cui conservi il miglior ricordo o particolari aneddoti?
Credo che aver avuto Venom, Carcass e Cannibal Corpse sia stato il massimo. Ho un ottimo ricordo un po’ di tutti tranne che di Udo, che fu un po’ più per le sue e poco gioviale. Tra gli aneddoti, quando nel 2012 vennero i Rotting Christ e andai a pagare (dopo il concerto) il saldo dell’ingaggio al loro leader Sakis Tolis, non volle i soldi (circa 1000€), mi disse che era stato talmente trattato bene e felice del festival che doveva lui pagare me.
Domanda pericolosa: da anni che girano voci sui Satyricon all’Agglutination, c’è mai stato veramente un contatto? E, se puoi dircelo, ci sono bands la cui partecipazione è sfumata e che sarebbero state un gran “colpo”?
Si è vero più di una volta li ho contattati ma loro hanno un management davvero difficile e poco disponibile anche ad interlocuzioni, ed i soldi che ogni anno chiedono per una data secca, non sono per un concerto al Sud Italia, sicuramente all’estero c’è più disponibilità.
Quest’anno vedremo sul palco dell’ “Agglu” Napalm Death, Death Angel, Carpathian Forest e Strana Officina tra i principali nomi, un gran bill! Tra le varie edizioni qual è il bill che hai preferito? Personalmente, anche se causa età non ci sono stato, l’edizione dei Dismember è valsa solo per il loro nome! Fortunatamente per Carcass ed Entombed AD c’ero!
Quella che più ho preferito sono stati i Cannibal Corpse per affluenza, ma tutte sono state belle, ognuno aveva un suo valore.
Siamo alla fine Gerardo, grazie ancora per la disponibilità! Puoi concludere liberamente, lunga vita all’Agglutination!
I gruppi che ci saranno quest’anno e che hai citato ossia Napalm Death (la storia del grindcore), Death Angel (ritornati alla grande e dal vivo sono una locomotiva), Carpathian Forest nuova era con Nattefrost completamente recuperato (ci faranno ascoltare dei nuovi pezzi dall’imminente nuovo album), Strana Officina (la storia dell’heavy metal italiano), The Black (icona storica e non facile da vedere live), Carthagods (grande sorpresa hard rock), Scream Baby Scream (degno gruppo per aprire il festival) sono una garanzia di uno spettacolo unico a cui non si può mancare. Poi lo si sa che l’Agglutination è una festa, i prezzi di birra e dei mitici panini alla salsiccia sono davvero popolari, inoltre ci saranno tanti stand… Che vuoi di più, bisogna esserci e basta, solo con un successo di pubblico si potrà continuare a far vivere l’Agglutination!