Avevamo intervistato gli Implore qualche mese fa in occasione della release del loro ultimo album Subjugate. I grinders tedeschi sono, però, dei veri aficionados del Belpaese e abbiamo colto l’occasione del loro recente minitour italiano per approfondire alcuni argomenti riguardanti la mission della band e l’importanza dei live.
Ciao ragazzi e bentornati su Grind on The Road. Stavolta non c’è un album nuovo di cui parlare ma un fighissimo tour con dei pesi massimi del calibro di Exhumed e Rotten Sound, il Grind Over Europe: 18 date in 10 stati diversi. Come la affronterete? Cosa vi aspettate? Come ci siete entrati nella line up del tour?
Ciao! Risponde Petro. Non vediamo l’ora di cominciare il tour con gli Exhumed e i Rotten Sound. Non è la prima volta che andiamo in tour come opener band, è una buona opportunità per noi per suonare davanti un pubblico che non ci conosce o che magari non verrebbe a vederci suonando noi da soli. Ci aspettiamo di divertirci tantissimo e di imparare il massimo possibile da due band che sono in giro da più di vent’anni e hanno tanta esperienza. È da un po’ di tempo che lavoriamo con Doomstar Bookings e quando hanno cominciato a preparare il tour ci hanno chiesto se ne volevamo essere parte e abbiamo subito accettato.
L’Italia però non è presente tra le date del tour ma verrete a maggio per conto vostro per quattro date. Come mai?
Abbiamo avuto un paio di offerte per suonare in Italia a maggio e dato che Grind Over Europe non passava dall’Italia abbiamo deciso di andare noi per il nostro conto. Guido, il nostro batterista, è italiano ed io sono mezzo italiano, quindi ci sentiamo sempre come a casa quando suoniamo in Italia.
Sbaglio o in qualche modo avete un buon rapporto con noi italiani? Penso al fatto che ritornate quando potete o ad esempio il tour con gli Slander.
Abbiamo una buona relazione con tutte le nazioni, ma è vero che abbiamo fatto tante amicizie in Italia. Etichette come From Here and Now e Grindpromotion ci hanno supportato dagli inizi della band e con loro manteniamo una buona amicizia, cerchiamo di trovarci sempre quando torniamo. Abbiamo anche suonato con tanti gruppi fighissimi come Slander, Discomfort, Grime, O, Tutti I Colori del Buio, Scornthroats, Grumo… Il tour con gli Slander l’abbiamo voluto fare per andare in tour con amici che non possiamo vedere molto spesso e come scusa per passare dei giorni assieme. Per noi venire a suonare in Italia non è solo fare i concerti ma è anche venire a trovare tanti amici e mangiare tanto buon cibo.
I cosi là, i Metallica, hanno preso quest’abitudine di (provare) a fare una cover di un artista locale per ogni tappa dei loro concerti. Quali sono le quattro cover che farebbero gli Implore per le date italiane di maggio
Forse una cover degli Slander perché nel tour assieme ho suonato la chitarra con loro e conosco tutti i pezzi, non avrei lavoro extra ad imparare una cover! Scherzi a parte, sarebbe interessante una versione grind di “Boys Boys Boys” di Sabrina Salerno.
Se non sbaglio una data del Grind Over Europe toccherà anche il Pitfest in Olanda mentre per l’estate avete già annunciato la partecipazione al Master of Unicorns e al Devilstone. Al di là delle ovvie diversità mi piacerebbe chiedervi se gli Implore sono più una band da live club o da grandi palchi.
È difficile scegliere uno dei due perché le due situazioni hanno degli elementi diversi. Suonare in palchi grandi è una grande opportunità per suonare davanti a molta gente che magari non ci conosce, ma suonare in posti piccoli ti dà una relazione molto più stretta e personale con il pubblico. In generale forse ci divertiamo di più a suonare posti piccoli, anche perché è quello a qui siamo più abituati, però ci piace tanto anche suonare nei festival e condividere il palco con le band grandi. Si può imparare da tutte e due le situazioni.
È uscito da pochissimo il videoclip di “Boundary”, estratto da Subjugate, e ovviamente non poteva essere altro che un montaggio di scene on the road… E poi cosa dice quel ragazzo orientale alla fine?
Il ragazzo della fine del video è Jay, il nostro promoter in Corea del Sud. Siamo stati un bel po’ di giorni a Seoul con lui e ci abbiamo fatto una buona amicizia. Quello che dice è “Serwas Carol”. “Serwas” è un saluto in tedesco che si usa molto in Austria ed è per un nostro caro amico di Linz che si chiama Carol.
Cosa direste a quelle one man band black metal che registrano in studio ed escludono del tutto un approccio dal vivo per la loro musica?
Personalmente non mi sono mai sentito nessuno per dire agli altri cosa devono fare e cosa non devono fare. Sinceramente non avrei niente speciale da dire a un gruppo così. In qualche modo mi sembra molto interessante l’idea di lavorare da solo e creare musica usando diversi strumenti, però per me un musicista si vede on the road, quando viaggi, conosci altri musicisti che vengono da altri paesi, altre culture, che hanno più esperienza di te. Si impara tantissimo e ti fa crescere non solo come musicista ma anche come persona.
Ok i tour, ok gli album ma qual è la mission, il fine ultimo degli Implore? Insomma cosa volete fare da grandi?
Essere capaci di avere una vita decente scrivendo e suonando musica. Non vogliamo lavorare in ufficio ogni giorno dalle 9 alle 5. Non fa per noi. Il mio massimo obiettivo a parte il poter vivere dalla musica (non esclusivamente da questa band, si può vivere della musica in tanti altri modi), è piano piano allontanarmi dalla società e non seguire gli standard che questa ci obbliga a seguire. Non vivere come mi dicono che devo vivere, ma come io voglio vivere. Non è per niente facile ma si può.
Gli Implore sono una tour band per eccellenza, chi meglio di voi può notare pro e contro, differenze e costanti, stereotipi e sorprese nel suonare in varie zone del mondo?
Assolutamente. Viaggiare e suonare in diverse parti del mondo serve a conoscere nuove culture e ti aiuta ad avere una visione più grande su molti aspetti nella vita. Ci sono tantissime differenze per esempio tra l’Europa e l’Asia e il Sudamerica, non saprei da dove cominciare, ma anche tante somiglianze. A parte l’Europa, in tutti i posti che abbiamo visitato era la nostra prima volta, ed è servito sempre per imparare sul posto e sapere dove tornare, come, e sapere cosa troveremo. Noi vogliamo suonare dappertutto e abbiamo imparato ad adattarci ai diversi posti dove andiamo.
Il live che non dimenticherete mai e le migliori band con cui avete suonato.
Ci sono stati tanti show belli che sono difficili da dimenticare. Sicuramente il concerto al Venezia Hardcore 2017 è uno di loro. Anche il concerto al Party.San Festival nel 2016. È stato uno dei primi festival dove abbiamo suonato e c’era un botto di gente. Subito dopo il set ci ha scritto uno degli A&R di Century Media per trovarci a bere una birra e ci ha offerto un contratto con loro. Abbiamo la fortuna di aver suonato con tante band che ci piacciono, ecco la mia selezione: Cattle Decapitation, Gadget, Teething, Black Breath.
È il momento di tirare fuori qualche scheletro dall’armadio: i gruppi mainstream che adorate e con cui assurdamente condividereste un palco.
Guido: Arctic Monkeys
Markus: Blink 182
Petro: Snoop Dogg
Gabriel: Slipknot
Grind on the Road: quanto vi piace il nome della nostra webzine?
Ci piace il grind e ci piace stare on the road… niente da aggiungere!
Noi abbiamo finito, vi ringraziamo per la disponibilità e vi auguriamo un grosso in bocca al lupo per il tour. Potete chiudere come volete.
Grazie a voi per averci dato di nuovo uno spazio sulla webzine! Ci vediamo in questi giorni!