Ascoltare, suonare, supportare, vivere la musica underground significa, prima di tutto, essere coinvolti, sporcarsi le mani, darsi da fare. Con questo spirito nascono e si sviluppano, sul territorio, dei collettivi di musicisti e appassionati che decidono di unire le forze e le capacità per il bene di una scena. Pare essere proprio questo l’intento del Molto Male Collective, associazione attiva nel bergamasco impegnata principalmente nell’organizzazione del Molto Male Fest, che il prossimo 19 maggio giungerà alla quinta edizione (evento Facebook qui) con una line-up di spessore. Abbiamo approfittato dell’occasione per intervistare il collettivo, nella persona di Rubens Crono Bertini, circa l’evento in cantiere, la propria attività e le problematiche relative all’organizzazione e alla promozione di eventi DIY.
Ciao ragazzi, benvenuti su Grind On The Road. Come nasce Molto Male Collective e con quale obbiettivo?
Ciao a tutti. Molto Male era il nome dato ad alcune serate metal/hardcore underground organizzate da me (Crono) in un locale in provincia di Bergamo. Purtroppo, però, organizzando una data al mese il riscontro del pubblico non era sempre soddisfacente, così ho deciso di radunare un po’ di amici e di persone che avevano suonato in quelle serate per unire le forze e concentrarci su un paio di festival all’anno, mantenendo comunque lo spirito underground e cercando di spingere sia le band locali che invitando ospiti da fuori provincia.
La prossima edizione del Molto Male Fest, attesa per il 19 maggio, sarà la quinta in soli due anni. Guardando indietro, come si è evoluto il Fest in questo arco di tempo?
Dopo la prima edizione di rodaggio con soli gruppi di Bergamo (che è andata oltre ogni nostra aspettativa), abbiamo continuato ad ampliare e migliorare la proposta sia musicale che extra musicale, invitando sempre più band a nostro parere interessanti.
Quali sorprese riserverà questa edizione rispetto alle precedenti?
La formula vincente del festival non verrà stravolta. Come nella scorsa edizione, avremo ancora 10 band divise in 6 locals e 4 ospiti. Si inizierà presto, avremo ancora griglia e cucina veg disponibili fino a tarda notte e angolo esposizioni/merch/distro. Sicuramente cercheremo di apportare qualche piccolo accorgimento rispetto alle scorse edizioni. Ad esempio: riproporremo un palco basso (per vari motivi presente solo nella seconda edizione) che ci permette di lasciare una buona interazione tra pubblico e band, ma dando allo stesso tempo una visibilità maggiore a chi si trova più distante.
Una peculiarità delle scorse edizioni del Fest, e anche la prossima sembra non essere da meno, è l’eterogeneità del bill. Lo considerate un punto di forza? Con quale criterio selezionate le band da ospitare?
L’idea di avere sempre una line up molto eterogenea sta alla base del nostro collettivo e del festival. Non abbiamo mai pensato di proporre un bill interamente dedicato ad un genere circoscritto. I motivi sono vari: in primis pensiamo possa risultare monotono; in secundis perché il collettivo è composto da molte persone con gusti differenti. Inoltre, ci piace molto l’idea di raccogliere in un unico evento un pubblico variegato, cercando di far coesistere i punk con i metallari, i giovani con i meno giovani, i generi più estremi e tecnici con quelli più festaioli e senza fronzoli. Finora i risultati ci hanno dato ragione, sia a livello personale che in termini di presenza di pubblico. Purtroppo scegliere le band sta diventando sempre più difficile, perché il collettivo è cresciuto e ognuno ha i propri gusti e gruppi che vorrebbe far suonare, ma alla fine dopo varie discussioni riusciamo sempre a far quadrare il cerchio e a non accoltellarci!
La vostra attività coincide esattamente con l’organizzazione del Molto Male Fest o avete intenzione di sperimentare qualcosa di diverso?
Per il momento abbiamo visto che concentrando i nostri sforzi e le nostre energie nel fest otteniamo ottimi risultati. A febbraio di quest’anno abbiamo provato ad aggiungere una versione invernale ridotta del Molto Male, in una location diversa, ed è andata bene. Penso, però, che più di tre eventi in un anno inizino ad essere eccessivi, si correrebbe il rischio di saturare il calendario e abbassare l’interesse. Per il momento quindi ci atteniamo al detto “less is more”, in futuro chissà. Comunque alcuni di noi sono impegnati anche in altri contesti e organizzano altri concerti al di fuori del collettivo.
I vostri artwork, tutti opere di Francesco Nozza “Noha”, hanno un’identità fortissima. Che estetica desiderate che abbia il collettivo?
Francesco fa parte del collettivo e quindi ci è sembrato naturale affidare a lui le grafiche delle locandine e il logo. Non cerchiamo un’estetica in particolare, ma sicuramente ci piacciono le cose “diy” – fatte a mano – con tematiche legate sia al mondo del metal e del punk che al “folklore” nostrano.
Quali sono le difficoltà maggiori a cui va incontro un collettivo underground come il vostro? Economiche, artistiche o relative agli spazi?
Diciamo che finora ci è sempre andata bene e non abbiamo incontrato particolari difficoltà, per questo dobbiamo ringraziare i ragazzi del c.s.a. Pacì Paciana che ci hanno dato fiducia sin da subito e ci hanno sempre sostenuto e i ragazzi dell’Ink Club – dove abbiamo organizzato il party invernale. Fino ad ora siamo sempre riusciti ad autofinanziare le serate tramite il piccolo contributo che chiediamo per l’ingresso (“50 cent a band” è un po’ il nostro slogan) e il cibo.
Qual è la vostra posizione riguardo l’annosa questione del pubblico ai concerti? Ci sono delle tattiche, escludendo ovviamente la qualità della proposta musicale, che adottate per coinvolgerlo? Vi rivolgete ad una fetta specifica di audience?
Fino ad ora il pubblico ha risposto sempre alla grande, già a partire dalla prima edizione. Non possiamo lamentarci, anzi: dobbiamo ringraziare ogni singola persona che ha partecipato alle passate edizioni e tutte quelle che supporteranno le prossime. Proposta musicale a parte, pubblicizziamo molto l’evento tramite i social e le webzine, oltre ai classici flyer sparsi in giro per la città. Credo comunque che la nostra fortuna sia anche il passaparola di chi ha partecipato (come pubblico o come artista) ad una delle scorse edizioni. Speriamo di riuscire ad allargare ulteriormente il nostro target e vedere sempre più facce nuove.
Sogni proibiti: qual è il concerto che vorreste a tutti i costi organizzare?
Questa è una domanda un po’ difficile… le band che ci piacerebbe chiamare sono troppe, molte delle quali fuori dalla nostra portata. Per questo preferiamo rimanere coi piedi per terra e continuare a lavorare come abbiamo fatto finora, cercando di migliorare sempre. Credo che il vero sogno sia quello di ricevere una risposta ancora più positiva, sia dalle band che dal pubblico, al di là della line up.
E invece qual è, secondo voi, la migliore esibizione che avete ospitato finora?
Nei precedenti festival e party hanno già suonato 30 band, che diventeranno 40 con quelle della prossima edizione, ognuna di queste band ha dato il massimo e fare solo un nome non sarebbe rispettoso verso le altre. Sicuramente ricordo con gradissimo piacere la prima edizione, con solo gruppi di Bergamo che si conoscono e stimano. Un’emozione incredibile vedere così tanta gente, avevamo aspettative contenute che sono state sovvertite fin da subito con una partecipazione in massa e i tanti complimenti ricevuti durante e dopo il festival.
L’intervista è finita, salutate i nostri lettori segnalando le prossime iniziative del collettivo.
Grazie mille a te e a tutta la redazione di GOTR per quest’intervista e per il supporto – e grazie a tutte le persone che leggeranno, con la speranza di vederle presto ad un’edizione del Molto Male. L’appuntamento più imminente è per sabato 19 maggio al c.s.a. Pacì Paciana e vedrà alternarsi sul palco Slander, Ultra-Violence, Arottenbit, O, Veratrum, Nirnaeth, Trigger, Ephemeral Embrace, Adr e Zappainculo. Nel frattempo stiamo già lavorando per il prossimo appuntamento di settembre, sperando di riuscire a portare alcuni nomi importanti. Ovviamente non possiamo dirvi nulla di più, ma incrociamo le dita!