17 maggio 2025, CSA Rivolta, Venezia Hardcore. Tra una birra e l’altra, in uno dei rari momenti di quiete che ci siamo concessi, abbiamo fatto quattro chiacchiere con i The Billows, punk rock band torinese parte del sempre più nutrito roster dell’iconica Motorcity Produzioni, con all’attivo il disco Gattineri. Ecco come è andata.
Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Grind On The Road! Da quando è uscito Gattineri, noi della redazione abbiamo avuto modo di seguirvi da vicino, partendo da una delle vostre prime esibizioni a Torino, passando poi per Milano e, infine, arrivando qui al Venezia Hardcore. Come valutate questo vostro primo anno di attività?
È stato un anno bello, ricco di concerti, che ci ha permesso di suonare veramente tanto. Pensiamo che suonare in giro sia la vera linfa vitale di una band, ti consente di imparare a stare sul palco ma anche a vedere come si evolve il tuo live. Oltre al nord Italia, siamo riusciti anche a spingerci un po’ più giù. Recentemente, in occasione del primo maggio, siamo stati al circolo Arci “La Ruota” di Montenero di Bisaccia, vicino a Campobasso. Siamo stati benissimo, abbiamo trovato dei ragazzi stupendi – ciao Antonio, bevi di meno! -, poi siamo passati da Lucca, Livorno, Bologna… davvero un anno pienissimo.
L’idea che ci siamo fatti, seguendovi nei vari live, è che il vostro pubblico sia sempre cresciuto. A Milano, che non è la vostra città, il Baraonda ha cantato con voi tutti i pezzi.
Ad ogni concerto siamo sempre più stupiti, anche perché noi, come i nostri testi sottolineano, siamo i campioni dell’autolesionismo. Vedere che, volta dopo volta, la gente canta sempre di più, che c’è sempre più foga e più seguito, per noi è davvero incredibile. Lo è soprattutto perché i nostri testi sono particolari, e vedere che la gente si riconosce in qualcosa che abbiamo scritto ci fa venire i brividi. A volte, quando vediamo il pubblico cantare con noi, ci viene quasi da ridere e ci chiediamo “come è possibile questa roba qua?”. Pensare di parlare di cose talvolta anche molto intime e notare che sono aspetti condivisi è una cosa che a noi – che siamo dei randagi – fa realmente sentire meno soli.
Cosa significa per voi arrivare al Venezia Hardcore dopo un solo anno di attività?
Guarda, abbiamo ancora i brividi. È la prima volta che partecipiamo ad un evento del genere e devo dire che non ci aspettavamo un qualcosa di così grande, così bello, così ben organizzato, con una risposta così incredibile da parte del pubblico. Siamo senza parole e senza fiato.
Parliamo di collaborazioni: come è nata “Malessere Hooligans”, che vede ospiti i Menagramo?
Con Walter ed Enri siamo amici di vecchia data. Inizialmente, quando abbiamo scritto questo pezzo, avevamo addirittura pensato di farlo in acustico, proprio per suonarlo insieme a loro. Poi, volendo dare un taglio più personale al brano, abbiamo deciso di avvicinarlo nuovamente al nostro stile. Nell’ultimo live che abbiamo fatto a Torino, in ogni caso, abbiamo fatto a sorpresa una cover di “Ribcage” dei Menagramo, tutta in elettrico. È stato molto bello.
Escludendo gli artisti che avete ospitato in Gattineri, con chi vorreste collaborare in futuro?
Nino: Domanda molto tosta. Io sono un grandissimo fan dei Klaxon, quindi li metterei al primo posto.
Gan: A me invece piacerebbe tantissimo collaborare con Pablo e con tutti i ragazzi degli Uguaglianza. Ci conosciamo, ci lega tanto affetto e tanta passione in comune. Mi piacerebbe veramente tanto.
Passiamo ora al titolo dell’album. Cosa significa per voi essere dei “gatti neri”?
Per noi essere gatti neri significa essere dei randagi, e secondo noi il pubblico si riconosce in questo. Significa sentirsi sempre fuori posto, sempre fuori tema, sempre dalla parte sbagliata. I gatti neri sono quelli che, nella notte, vagano da soli. Nessuno li vuole perché, tra l’altro, portano pure sfiga. Ci riteniamo un po’ quelli sbagliati, nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Considerando però il contesto in cui ci troviamo, non siamo gli unici a provare questo tipo di sensazioni. E, in fondo, la nostra musica si basa su questo: sullo stare insieme essendo gatti neri. L’unica cosa che possiamo fare è fare branco. Non smetteremo mai di dirlo: i kids devono stare insieme. Lo si diceva anni fa ma è un qualcosa di vero anche oggi. In una società che cerca sempre di isolarci, ghettizzarci, tenerci sempre ai margini, noi incanaliamo tutto questo rancore e ne facciamo una bandiera. Tra l’altro, abbiamo anche dei gatti neri!
Vi rubiamo un ultimo minuto: state scrivendo qualcosa?
Allora, da una parte vorremmo battere il ferro finché è caldo, dall’altra abbiamo anche il terrore di ripeterci. Spesso iniziamo a scrivere e poi scartiamo tutto. A volte ci suona come un “già sentito”, altre volte ci accorgiamo che sono concetti che abbiamo già espresso. Vorremmo evitare di fare un prodotto sempre uguale. In fin dei conti, i The Billows non nascono con l’idea di suonare in giro – è un aspetto bellissimo che è nato da solo – ma l’idea iniziale è sempre stata quella di suonare una musica che piacesse a noi per primi. Tutto questo ha portato probabilmente a mostrare una genuinità che la gente ha ripagato, ma vorremmo davvero evitare di entrare in quel circolo vizioso in cui scriviamo qualcosa solo perché sappiamo che può piacere.
Ragazzi, grazie mille per il vostro tempo e per la vostra musica. Nella speranza di rivederci al più presto su queste pagine, un grande in bocca al lupo per il futuro da tutta la redazione di Grind On The Road!
“If the kids are united, then we’ll never be divided”