Lo split fra le due band piemontesi Haram e La Deriva è uscito a fine aprile, autoprodotto. Degli Haram, chi vive o segue minimamente la scena underground italiana avrà sicuramente sentito parlare. Due EP all’attivo, Vuoto (2015) e Lo Sgretolamento (2016), e la mission dichiarata di voler andare ad intaccare la forma musicale, destrutturandola a suon di post metal, noise e drone. I La Deriva, invece, costituiscono l’oggetto misterioso del lavoro e questo split vale da ballo delle debuttanti, essendo la loro prima uscita ufficiale. I pezzi sono tre: uno a testa per le due band e uno in comune. Andiamo un po’ a vedere di che si tratta.
Fanno gli onori di casa i “veterani” Haram con “TIND”, un pezzo che vuole essere un omaggio al collettivo Turin is not Dead, di cui è l’acronimo, e, da quel poco che se ne deduce dalle lyrics criptiche, alla perseveranza della scena torinese. Un attacco in crescendo e si entra subito nel vivo. Niente fumo, tutto arrosto, brano conciso e in your face, più vicino in questo all’esperienze di Vuoto, ma con l’eleganza e la ricercatezza maturata col più complesso songwrinting di Lo sgretolamento. Di ottima fattura, comunque, muscoloso, con una bella accelerazione, riffing incalzante e ripetuto, grande cura dei particolari e il loro inconfondibile sound. È il turno dei La Deriva con la loro bombetta. Entrano di sottecchi con un delizioso ingresso che apre a un dark hardcore che, se da un lato non possiede lo scandaglio emotivo melodic di band come Landscapes e More Than Life, dall’altro si arricchisce di suoi suoni post metal e una quadratura metallic hardcore. “In a Safe Place” è un pezzo robusto, sentito, che riesce ad evolversi bene, giusto si segnala qualche soluzione un po’ stereotipata e legnosa. Chiude lo split, “Geolocalizzazione del fallimento” in cui le due band sprigionano tutta la loro verve rumoristica e industriale. È un incubo postumano traslato in musica, un delirio à la Aphex Twin. Una cosa malata e insana, insomma, che però, col suo titolo, ci suggerisce anche una chiave di lettura per lo split, che è anche la pecca principale probabilmente.
Parliamo dell’autoreferenzialità verso una scena fortemente localizzata, che è in fondo l’oggetto del lavoro, quella di Torino, a discapito di una scelta più coraggiosa, ad esempio un ulteriore brano a testa di uguale tenore qualitativo, che avrebbe reso lo split enormemente più interessante, garantendone anche una maggior prospezione nei circuiti nazionali.
(Autoproduzione, 2017)
1.Haram – TIND
2.La Deriva – In A Safe Place
3.Haram / La Deriva – Geolocalizzazione del fallimento