È difficile per me riuscire a far capire l’importanza di questa release, perché a mio avviso di album come questo se ne sente tanto il bisogno. La storia di questo prodotto è travagliata: completato, poi distrutto e ricominciato daccapo perché la necessità comunicativa era mutata. Ed è forse questo uno dei punti di forza di Ovunque Distruggi: essere uno spaccato dei tempi, una colonna sonora dilaniata e dislessica per un mondo allo stremo. La consueta direzione sludge del misterioso duo fa spazio a un sound più improntato verso un hardcore veloce, tagliente, distorto e dissonante correlato dalla poetica meravigliosamente blasfema che da sempre accompagna lo stile degli Hate & Merda.
Un breve intro noise ci catapulta nel villaggio sonoro costruito dai due maniaci incappucciati, ci prende per i capelli e ci sbatte in faccia “Zoster”, una preghiera al contrario che affonda i denti su un tappeto in tempo dispari che contribuisce ancora di più al senso di straniamento. Sei minuti di brividi che ci fanno solo assaggiare il monolitico muro sonoro contro cui sbatteremo per tutta la durata del disco. “Andrà Tutto Muori” è forse una delle tracce più hardcore uscite negli ultimi tempi, che trapana la cassa toracica con il suo martellante ritmo di batteria mentre ogni tanto si fa spazio un breakdown che non riesce a farci prendere fiato, perché l’atmosfera è satura dell’odio urlato dalla gola di Unn2. Non c’è spazio per il riposo, non c’è spazio per il perdono. D’improvviso tutto finisce. Si alza una bufera che riempie l’aria, squarciata dalle massiccia corde della chitarra in “Ovunque”, che sembra volersi avviare verso un’apertura più speranzosa, ma che in realtà è solo il preludio per una pesante ferita, inflittaci da un coltello la cui lama abbiamo già avuto modo di leccare con l’EP Un Coltello Sotto Il Letto Divide Il Dolore In Due (2019, Produzioni Rumorose, BleuAudio Records, Toten Schwan Records, Teschio Dischi, Dio Drone). D’altronde rivivere nuovamente un’esperienza traumatica la rende ancora più indimenticabile. Già dai primi secondi di “Peculiar Cerbero” capisco che riascoltare il ritmo incalzante dei fusti dei tom all’interno dei brani degli Hate & Merda è come sentirsi a casa. Una casa che va a fuoco, va bene, ma pur sempre una casa. Forse questo è il brano più in linea con la vecchia produzione della band, in cui lo slowcore si fa strada con i suoi riff distruttivi come fucilate nei denti. “Cardioide” è uno dei brani più complessi della storia dei due “inutili”. Si apre con un intro che strizza l’occhio alla power electronic e che – mi sbilancio, ma non scherzo – mi ha restituito gli stessi feeling agghiaccianti delle composizioni del compianto Atrax Morgue. Le urla, l’ansia che trasuda dalle grida, l’atmosfera oscura e il volume delle cuffie sparate al massimo mi porta ai limiti della sinestesia: gli Hate & Merda ci hanno rinchiuso in una stanza, siamo in ginocchio, con le mani legate dietro la schiena e una benda sugli occhi. La porta si chiude alle nostre spalle e quello che succederà non sarà piacevole. Qui lo dico: la scelta di inserire un intro così commovente com’è quello di “Sotto Voce” in questo punto esatto del disco è una mossa tanto intelligente quanto azzeccata. La sensazione di freddo è estrema, tutto è fermo come in una foto in bianco e nero. È su questo paesaggio sonoro che si appoggia l’interpretazione magistrale del monologo, che porta quasi alle lacrime, e l’onda sonora che ci travolge ha lo stesso effetto di un grido disperato. Alla fine del tunnel ci aspetta “Incontrovertibile”, la degna pietra (tombale) che chiude il viaggio intrapreso trentotto minuti fa. Un testo che si fa strada tra bicordi dissonanti che si alternano a breakdown in punti ben studiati. La sensazione è quello di un incubo che finisce e ci riporta al punto di partenza, per ripetersi all’infinito. Ovunque Distruggi si chiude con una citazione che tutti i fan del progetto portano nel cuore, e che è diventato uno dei leitmotiv della storia della band.
Il terzo disco è un punto fondamentale nella storia di una band, la continua evoluzione stilistica e “iconografica” (le immagini con cui è corredato il prodotto sono un capolavoro) trova in qui il momento di massima espressività. Gli Hate & Merda sono i creatori di una poetica che non si ferma alla sola musica, ma che riesce a influenzare altre forme artistiche, assumendo le sembianze di un vero e proprio progetto artistico. Chi come me è da sempre stato affascinato da tutto ciò capisce l’importanza di una release del genere, che si presenta come una bandiera, la radiografia di un mondo ridotto allo stremo dopo due anni terribili. Quello che i due Artisti Anonimi hanno realizzato ha sicuramente contribuito a rendere più piacevole il tempo passato su questa terra. Seppur pesante, seppur immobile.
(Dio Drone, Toten Schwan Records, Breathe Plastic Records, 2022)
1. Il Lungo Addio
2. Zoster
3. Andrà Tutto Muori
4. Ovunque
5. Un Coltello Sotto Il Letto Divide Il Dolore In Due
6. Peculiar Cerbero
7. Cardioide
8. Sotto Voce
9. Incontrovertibile