Tornano dalla Polonia gli Hegemone, band formatasi nel 2010 e all’attivo con due full length album e uno split ’15 (w/ Challenger Deep). We Disappear è il loro secondo LP e vede alla produzione Haldor Grunberg, che ha già lavorato con Behemoth, Blaze of Perdition e Thaw. Quanto alla casa discografica, invece, si parla della Debemur Morti Productions (vd. Akhlys e Eryn Non Dae, per fare alcuni nomi).
Gli Hegemone propongono un album ricco di sfumature e influenze musicali. We Diasappear, infatti, non vuole essere la canonica riproposizione di uno stile post-metal trito e ritrito, per ciò non mancano elementi che lo smentiscano, come il fatto che “Raising Barrows”, caratterizzata da ampie aperture iniziali dalle quali l’influenza degli Isis risulta evidente, si concluda inaspettatamente; o che la quinta traccia – secondo chi scrive, la più rappresentativa dell’album – caratterizzata da un climax di potenza espressiva ascendente presenti un outro composto da un coro femminile (elemento abbastanza atipico per il genere). Non manca l’uso di synth per completare l’atmosfera, specie per quanto riguarda l’ultima traccia prettamente strumentale, talvolta onirica e talvolta inquietante, a tratti malinconica. Non mancano nemmeno riferimenti ai Cult of Luna, grazie alla capacità della band di proporre forza ed aggressività, senza deteriorare il genere di appartenenza e senza risultare eccessivamente un’imitazione degli stessi (un esempio è “Mara”).
Si può dire che gli Hegemone abbiano dimostrato di avere una certa stoffa e tecnica, offrendo al genere post-metal potenza e versatilità. Inoltre, non mancano di personalità, sebbene si spera possano rimarcarla maggiormente con i prossimi lavori, in maniera tale da creare un proprio riconoscibile stile.
(Debemur Morti Productions, 2018)
1. Mara
2. Fracture
3. Raising Barrows
4. Π
5. Хан Тәңірі
6. Тәңірі