La pubblicazione del nuovo disco degli Helloween era un evento atteso da milioni di persone, paragonabile solo all’attesa per Brave New World degli Iron Maiden, primo disco dopo la reunion con Bruce Dickinson e Adrian Smith. Ebbene sì, perché il rientro in formazione dei figliol prodighi Michael Kiske e Kai Hansen era un’utopia fino all’idea del Pumpkin United World Tour 2017/18, nato probabilmente come mossa commerciale ma sviluppatosi incontrollato, infervorando i cuori dei fan di tutto il mondo. Quindi perché non pubblicare un album con questa formazione allargata a sette elementi? Come dimostra la copertina disegnata da Eliran Kantor (autore di svariate copertine di metal band, fra cui Testament, Sodom, My Dying Bride, Hate Eternal, Incantation e molti altri), in cui compaiono elementi delle copertine storiche della band, Helloween (pubblicato dal colosso Nuclear Blast lo scorso 18 giugno) è il sunto della carriera della band di Amburgo, un coacervo di emozioni e ispirazioni provenienti dagli album prodotti finora, seppur risultando un album contemporaneo e dalla produzione moderna e cristallina.
Tra gli elementi cardine di questo disco è doveroso citare l’alternanza vocale del duo Kiske–Deris, dove le due voci non si sovrastano mai, anzi si completano a vicenda in un incontro tra gli acuti di Kiske e la ruvidità di Deris, formando un amalgama mantecato con l’aggiunta della voce di Hansen, che non ha perso la propria verve dopo così tanti anni; anche le tre chitarre sono parte fondamentale del disco, forti, granitiche e melodiche a seconda della necessità, sia che suonino all’unisono o che si sfidino in duelli di riff e assoli. Ultimo ma non ultimo elemento di spicco del disco sono le tastiere, fungendo da supporto al pacchetto sonoro ma anche ergendosi a vero e proprio punto di forza come in alcuni brani. Le canzoni veloci e melodiche come in pieno stile Helloween non mancano di certo in questo omonimo album: ottimo esempio di quanto detto sono l’opener “Out For The Glory”, dove Kiske sfoggia una prestazione superba e le tre chitarre si intrecciano, la seguente “Fear Of The Fallen”, dove l’alternanza elegante del duo Kiske-Deris raggiunge il suo apice, “Rise Without Chains”, cavalcata piena di energia che ha come punti di forza l’alternanza vocale e le chitarre duellanti, “Robot King” epica, evocativa e dal ritornello accattivante e “Down In The Dumps”, dove melodie e cori duettano e Kiske dà nuovamente sfoggio della propria altissima capacità vocale. Ci sono anche momenti più eterogenei rispetto agli standard helloweeniani: “Mass Pollution” e “Cyanide”, entrambe scritte da Deris, hanno suoni di chitarra più ruvidi, i riff sono rocciosi e i brani ne guadagnano in potenza; “Best Time” ha sonorità più morbide ed è un brano melodico e solare; in “Angels” primeggiano le tastiere, con Kiske che dona epicità al brano in un’alternanza di velocità e calma tenebrosa; “Indestructible” è molto vicino alle cose fatte da Hansen e Kiske con gli Unisonic, con il ritornello pronto per essere urlato dai fan in versione live, brano melodico dai riff solidissimi; in chiusura è doveroso citare “Skyfall”, unica composizione ad opera di Kai Hansen (insieme al brevissimo intermezzo “Orbit”), suite che riassume in 12 minuti ciò che sono gli Helloween nel 2021, epici, veloci, melodici e potenti, un brano che non sfigura sicuramente di fianco a capolavori di lunga durata come “Halloween” e “Keeper Of The Seven Keys”.
Questo Helloween non è di certo un disco ruffiano, scritto per il puro scopo di accontentare i fan e garantire alla band una degna pensione, bensì un disco sincero, fresco e moderno, che vede la band di Amburgo più viva che mai, a riprendere lo scettro del power metal melodico dopo anni di pubblicazioni non proprio eccitanti. Bentornati Helloween!
(Nuclear Blast, 2021)
1.Out For The Glory
2.Fear Of The Fallen
3.Best Time
4.Mass Pollution
5.Angels
6.Rise Without Chains
7.Indestructible
8.Robot King
9.Cyanide
10.Down In The Dumps
11.Orbit
12.Skyfall