James McBain ha 25 anni, vive a Aberdeen, in Scozia, e gli piacciono i Venom. Serve dire altro? Sono abbastanza sicuro che gli piacciano anche i Motörhead, i Sodom e gli Iron Maiden. So anche che probabilmente sotto la voce “anni duemila” della sua playlist ci sono i Toxic Holocaust e i Midnight. Non lo conosco personalmente, ma basta ascoltare i primi cinque minuti del suo ultimo lavoro The Affair of the Poison (fuori per Peaceville Records) per intuire i condivisibilissimi gusti musicali del ragazzo.
La recensione potrebbe terminare qui. Non c’è molto da dire, oltre a nominarne le influenze principali, sull’ultimo lavoro del progetto solista del succitato McBain, Hellripper. Il lavoro consta in un’ondata stupendamente inattesa e genuina di speed/black/thrash lanciato a rotta di collo per meno di mezz’ora in mezzo a quello che di meglio i tre generi hanno da offrire: vocals velenose e gracchianti, bordate black così fredde da sembrare norvegesi, riffoni thrash che lasciano il sangue caldo per molto tempo dopo che si è premuto pausa, un missaggio imperfetto a regola d’arte e un repertorio di testi che esplorano i peggio stereotipi (il giorno che un disco thrash mi parlerà di amore mollo tutto e vado a ascoltare Ultimo) dell’heavy metal “rurale” in toto: orge sataniche, streghe arse vive, vampiri succhiasangue, conventi maledetti, gente impiccata eccetera eccetera. The Affair… intrattiene e diverte dall’iniziale titletrack, col suo riff che fa suonare NWOBHM ai Sodom, fino alla lunga outro “The Hanging Tree”, che mischia un potente thrash classico a un intelligente death che non potrà, ve lo prometto, non farvi muovere almeno un po’ la testa. Il punto di forza e di interesse dell’album sta nell’unire alla perfezione un’indole cazzara e ubriacona che è propria, in fondo in fondo, del thrash tutto a una ricerca nel passato del metal mai banale o “già sentita”. L’intero album è così ossimoricamente preciso nella sua velocissima ignoranza da far venire i brividi: canzoni come “Vampire’s Grave” (signori e signore: i Venom) o “Beyond the Convent Walls” (la mia preferita del lotto) sono tenute in piedi da un riff così chirurgicamente malvagio che se sparate davanti a due pomodori e una confezione di macinato fanno il ragù.
Il giovane McBain, al secondo full length (e alla quarta release importante, contando due EP), con la sua velenosa creatura non inventa nulla di nuovo ma dedica alla propria arte una dedizione e una passione che colano come sangue dagli amplificatori mentre si ascolta The Affair… L’album spinge e diverte talmente tanto da non poter convincere, anche solo al primo ascolto, per cattiveria e potenza, anche i fan dell’ambient più atmosferico.
Allora!? Muovete il culo e caricate la balestra! Salite in macchina e sparate “Vampire’s Grave” al massimo, che stasera si va a ammazzare qualche strega!
(Peaceville Records, 2020)
1. The Affair of the Poison
2. Spectres of the Blood Moon Sabbath
3. Vampire’s Grave
4. Beyond the Convent Walls
5. Savage Blasphemy
6. Hexennacht
7. Blood Orgy of the She-Devils
8. The Hanging Tree