Notevoli gli Hyndaco che con il primo lavoro, Starship Tubbies, mettono subito in chiaro i connotati della propria proposta. Certo non sono gli unici, ma è davvero raro che una band abbia le idee chiare fin dai primi vagiti.
Il sound è una sorta di post-rock condito da accenni di psichedelia e space rock, senza dimenticare una connotazione progressive settantiana molto soft che si fa strada nel celestiale cammino di questi brani. Sebbene sia molto facile usare esempi come Jefferson Airplane, Spirit o Iron Butterfly, finanche Pink Floyd per cercare di individuare la band e volendo, indicare a un ascoltatore la direzione in cui propendere, c’è qualcosa di più. Eh sì, perché gli Hyndaco riescono a dare un taglio moderno a queste sonorità che spesso ricordano le decadi passate, con una scrittura che non disdegna le melodie moderne, più vicine a un pubblico che magari ha avuto più esperienza con la radio o comunque l’easy listening che con quell’underground più ricercato e complesso. “Rosalipstick” è l’esempio palese di questo. Certo si tratta comunque di qualcosa che richiede una buona dose di conoscenze in ogni caso, ma insomma senza troppo impegno. Forse l’unico neo in questo lavoro risiede in una composizione ancora non del tutto matura, che risente di una volontà da parte della band di voler fare le cose bene e subito. Credo la band si sia sforzata molto per dare vita a questi pezzi meravigliosi senza però aver ponderato a sufficienza. Ma occhio che questa non vuole essere una critica presuntuosa, quanto più che altro un voler da parte mia sentire la prossima volta, qualcosa che non sia solo splendido, ma anche perfetto.
Una piccola perla dal sapore di mare e un carattere notturno. Assolutamente da recuperare.
(Overdub Recordings, 2022)
1. Rosalipstick
2. Atlantika
3. Lubber
4. Starship Tubbies
5. Foxtrot