Gli iiah sono attivi da circa sette anni e sembrano la classica band che alla quantità preferisce la qualità: questo Terra è solamente il secondo disco effettivo nella carriera del combo e più o meno ricalca quanto fatto sul precedente Distances, salvo mostrare qualche segno di indecisione o forse mancanza di idee incisive. Musicalmente si parla di post-rock puro e semplice senza particolare innovazione quindi la forza espressiva deve essere all’ordine del giorno ed in questo caso vanno fatte delle precisazioni.
L’album è una sorta di saliscendi qualitativo e già la prima traccia “From Nothing” appare fin troppo fumosa e confusa per dare il giusto incipit. Le brevi distorsioni nel brano (che non fa gridare al miracolo) trasportano poi l’ascoltatore nel vivo con “Eclipse” che si presenta inspiegabilmente molto minimale nonostante delle melodie minuziose e soffici. Sebbene si cerchi di rinfrescare il sound con parti più aggressive la sensazione di già sentito è fin troppo palpabile e non sono pochi questi tipi di momenti. Episodi come la notturna “Sleep” o la soffusa “Luminescence” appaiono troppo ripetitive e stanche portando alla noia ma fortunatamente la band cerca di rimediare avvalendosi di un cantato pieno di pathos (che ricorda non poco gli Anathema più recenti) rialzando leggermente l’asticella per non finire in territori troppo tradizionalisti a base di sole chitarre volanti e melodie leggiadre (“Aphelion”). Ci sono dei colpi di coda non indifferenti atti a dimostrare che i tre musicisti hanno degli assi nella manica ed ecco comparire “20.9%” dai toni decisamente più movimentati con buone intuizioni psichedeliche e “Displacement” con quell’epos emozionale che raggiunge vertici notevoli (grazie anche all’ennesimo ausilio di un cantato vibrante). Il pezzo forte è forse la lunga e finale “Lambda” con i suoi accenni arcaico/tribali che crescono in movimenti sonori altamente emotivi fatti con classe ed eleganza e che mano a mano si denudano per mostrare un’anima lucente e cristallina. C’è, insomma, tutto ciò che un fan del genere potrebbe desiderare e che in fin dei conti potrebbe anche attirare gli appassionati di musica in generale, però in diversi punti l’album sprofonda nella mediocrità auto relegandosi ad un lavoro forse inferiore all’esordio per magia e trasporto.
In definitiva questo disco è una sorta di calderone di idee probabilmente lasciate fuori dal debutto e che potrebbe essere il trampolino di lancio per il disco della maturità definitiva. Staremo a vedere cosa succederà. Consigliato, ma a denti stretti.
(Autoproduzione, 2020)
1. From Nothing
2. Eclipse
3. Aphelion
4. Sleep
5. 20.9%
6. Luminescence
7. Displacement
8. Lambda