Vengono dalla Valsesia gli Indren, duo di black metal atmosferico fortemente influenzato e ispirato dalla natura dei luoghi di provenienza: il nome scelto dalla band richiama direttamente quello di un famoso ghiacciaio situato sul Monte Rosa. Il loro debutto per Naturmacht Productions dal titolo Of Time And Autumn Leaves mira a tradurre in musica il delicato passaggio tra l’autunno e l’inverno, cercando di descrivere le transizioni cromatiche, i cicli vitali, i cambiamenti che avvengono nella natura a cavallo tra queste due stagioni. Il risultato è un apprezzabile debutto, in larga misura figlio degli Agalloch degli esordi, della scena Cascadian e perché no anche degli Enisum o dei Blaze of Sorrow, per restare in terra nostrana, per sette brani che odorano di foglie secche, di muschio, di pioggia che bagna le fronde degli alberi.
Non tutti i pezzi sono sullo stesso livello: il singolo scelto, “Autumn Leaves”, è forse il meglio riuscito da un punto di vista emozionale. Chitarre fredde e taglienti accelerano e rallentano di continuo, sferzano e cullano, descrivono paesaggi boschivi di indubbio fascino attraverso melodie drammatiche e malinconiche; sulla metà della canzone un notevole break dalle tinte pensive e sognanti mette in luce un bel dialogo tra clean e scream, una pausa di gran fascino che aumenta il pathos del pezzo prima che questo riprenda la sua cavalcata incalzante fino a concludersi, se vogliamo forse un po’ troppo bruscamente. Gli Indren dimostrano di saperci fare con la melodia e con la costruzione dei riff ben riusciti, soprattutto quando questi sono abbinati all’evocativo cantato in pulito e a ritmiche meno incalzanti e più di atmosfera: “Nebbie” è un esempio in questo senso, che dimostra come la lingua italiana non risulti poi così fuori posto nel contesto imbastito dal duo. In questo brano in particolare emergono anche strutture un po’ più laboriose ed intricate, di nuovo debitrici agli Agalloch stavolta però di fine carriera (quelli di The Serpent & The Sphere per intendersi.)
Abbiamo tra le mani un piacevolissimo debutto di una band molto interessante e da tenere d’occhio. Gli Indren non apportano chissà quali novità nel panorama black atmosferico nord italiano, ma Of Time And Autumn Leaves si lascia ascoltare che è un piacere. Se dobbiamo sottolineare i suoi punti di forza possiamo citare la capacità dei Nostri di intessere deliziose trame acustiche, dolci e cangianti (la traccia conclusiva pare un estratto da The White EP degli Agalloch); chitarre che, quando si inaspriscono, riescono in più di un’occasione a tratteggiare scenari davvero tardo autunnali e freddi, senza perdere la capacità di coinvolgere con una buona dose di melodia. Ottime infine le capacità di fraseggio tra scream ferale e clean evocativo, con quest’ultimo davvero sugli scudi in alcune circostanze. Purtroppo non sono ancora presenti quei guizzi che permettono di fare lo scatto in più al duo, ma siamo certi che sarà solo questione di tempo: gli Indren al debutto dimostrano già un livello di maturità invidiabile, e smussando alcune asprezze (e magari scrollandosi di dosso alcune influenze agallochiane effettivamente marcate) potrebbero davvero stupirci con il prossimo album.
(Naturmacht Productions, 2022)
1. Winds Of Desolation
2. Of Time
3. Autumn Leaves
4. Nightsoul
5. Nebbie
6. La Luna Del Lupo (Skoll Tribute)
7. Outro