Ines Brodbeck è una polistrumentista svizzera di gran talento. Le sue esperienze musicali le hanno permesso in passato di entrare in contatto con gruppi e musicisti dei più disparati stili e generi, ma l’incontro con Gabriel Sullivan nel 2017 è stato per lei una chiave di volta che ha stravolto il suo mondo musicale. Sullivan milita negli Xixa, band di Tucson, Arizona, e dedita a un alternative rock che sposa atmosfere polverose bagnate da blues, musica latina, Americana e desert rock. La Nostra è rimasta talmente folgorata dalle cornici sonore evocate dal gruppo da decidere di impostare le sue future produzioni ispirandosi a queste sonorità: il qui presente A Self-Portrait, a firma Inezona (il moniker dietro il quale si nasconde Ines) è il frutto delle sue sperimentazioni e delle sue fatiche. Le dieci tracce qui proposte, in larghissima misura strumentali (eccezion fatta per alcuni accompagnamenti vocali da parte della cantante) costituiscono un viaggio nell’Io della cantautrice, tratteggiando un lavoro che vuole essere onirico, rarefatto, sinuoso e intangibile. Aridi e assolati deserti, miraggi, allucinazioni ai limiti del lisergico, ma anche immensi cieli stellati e una pace non di questo mondo: tutti questi aspetti sono veicolati dai dolci arpeggi di Inezona, che in questa sua esperienza si fa carico di tutti gli strumenti impiegati.
Nonostante la bontà del lavoro, A Self-Portrait lascia un po’ il tempo che trova, finendo per essere relegato dopo qualche ascolto al ruolo di piacevole sottofondo, senza riuscire a emergere mai realmente. La sua natura strumentale, quasi da colonna sonora, lo rende infatti un accompagnamento perfetto per lunghi viaggi o per serate di meditazione e riflessione, ma salvo rari casi non ci sono brani in grado di rimanere più impressi nella mente degli altri, perché di base la ricetta usata è sempre la stessa. Un ascolto del secondo pezzo (e title-track) è sufficiente a capire quale sia la proposta musicale di Inezona: un folk desertico, che attinge ora dall’Americana ora dal rock psichedelico più intangibile, per un brano dolce e delicato, acustico, dal forte impianto naturalistico, assolutamente piacevole, ma la cui formula viene poi riutilizzata anche più avanti nel disco. Sporadiche variazioni di mood, accelerazioni nelle ritmiche o all’opposto rallentamenti pensivi cercano di movimentare e dare nuova verve al disco, ma alla fine il carattere generale non si discosta molto da quanto sentito all’inizio del lavoro.
A Self-Portrait è un album godibile ma forse un po’ limitato nella sua fruizione. Molto atmosferico e cinematico, merita di essere ascoltato in determinati momenti della nostra giornata o della nostra vita: solo così riesce effettivamente a giocarsi le sue carte e a risultare un gradevole viaggio che magari non ripeteremo molte altre volte, ma che risulterà di certo gradevole per tutta la sua durata.
(Czar Of Crickets Productions, 2022)
1. Binzenland
2. A Self-Portrait
3. My Daily Routine of Dying
4. Dancer in the Desert
5. Karina
6. Passend-Unpassend
7. Tierra Roja
8. Liquide Gold
9. Trees
10. 6th of July