Bloodshed Across the Empyrean Altar Beyond the Celestial Zenith, ultima fatica dei colombiani Inquisition, è un disco che pare arrivato proprio dal caos, come recita il titolo del secondo brano. Un caos che appare comunque ragionato e che mantiene il sound della band ancorato nuovamente ad un black/death metal quadrato, monolitico e gelido.
Che si parli del passato o del presente c’è da notare l’influenza onnipresente che un gruppo come gli Immortal ha sempre offerto a Dagon e compagni. Nonostante questa ombra lunga, le canzoni si dimostrano sempre qualitativamente buone e martellanti al punto giusto (basti sentire brani come “Wings of Anu” oppure “Vortex from the Celestial Flying Throne of Storms”). Quando la velocità cala il muro di suono eretto non lascia scampo, evocando oscurità e morte (“A Black Aeon Shall Cleanse”), ma anche quando compaiono lugubri ed evocative melodie nulla appare scontato e si finisce per viaggiare con i sensi. Proprio su questa peculiarità sarebbe da fare un piccolo approfondimento, in quanto pezzi come “The Flames of Infinite Blackness Before Creation” e l’imperiosa titletrack evidenziano un lavoro chitarristico di assoluto rilievo, che riesce nell’intento di incastonare venature melodiche nel tessuto sonoro senza che esse vengano sminuite dall’altrettanta violenza presente sul disco. Certo, è presente qualche riempitivo, come il brano “Mystical Blood” oppure una troppo anonima “Through the Divine Spirit of Satan a Glorious Universe Is Known”, che, nonostante contenga buoni propositi, non riesce a convincere se non nel colpo di coda finale. “Power from the Center of the Cosmic Black Spiral” ricorda in parte gli esordi thrash della band, per poi stupire con un lento incedere verso la fine del pezzo che sfocia in un’altra perla melodica. “A Magnificent Crypt of Stars” porta a compimento l’opera di distruzione sensoriale picchiando senza pietà ma senza brillare particolarmente.
Bloodshed Across the Empyrean Altar Beyond the Celestial Zenith è un album orgoglioso, cupo ed infernale, tecnicamente ben suonato da musicisti che non devono dimostrare certo il loro valore. Se tuttavia da un lato il disco invoglia al secondo ascolto, dall’altro il dejà vu è fin troppo preponderante e, sebbene la qualità sia alta, rimane l’amaro in bocca in diverse occasioni. Gli Inquisition avrebbero bisogno di liberarsi una volta per tutte dagli spettri del passato per risplendere di luce propria.
(Season of Mist, 2016)
1. Intro: The Force Before Darkness
2. From Chaos They Came
3. Wings Of Anu
4. Vortex From The Celestial Flying Throne Of Storms
5. A Black Aeon Shall Cleanse
6. The Flames Of Infinite Blackness Before Creation
7. Mystical Blood
8. Through The Divine Spirit Of Satan A Glorious Universe Is Known
9. Bloodshed Across The Empyrean Altar Beyond The Celestial Zenith
10. Power From The Center Of The Cosmic Black Spiral
11. A Magnificent Crypt Of Stars
12. Outro: The Invocation Of The Absolute, The All, The Satan
13. Coda: Hymn To The Cosmic Zenith