Garbers Days Revisited è sicuramente un tassello sui generis (un altro) nella discografia degli Inter Arma. Una raccolta di cover, alcune implausibili peraltro, uscita questo mese per Relapse. Garbers Days Revisited è un lavoro sorprendente perché gli Inter Arma ci hanno abituati a scritture complesse, sintassi elefantiache, soluzioni mastodontiche e qui li troviamo invece a reinterpretare brani dalle strutture più umane, sebbene non sia lecito considerarle banali. È ovviamente un omaggio struggente verso le proprie radici, uno svelarsi tramite una selezione di brani che non è esattamente lasciata al caso ma che, anzi, orienta il nostro percorso tra brani paradigmatici, chicche e assolute sorprese.
Si inizia con “Scarecrow” dei Ministry la cui resa resta immutata ed a cambiare è ovviamente lo stile. La marzialità della band di Jourgensen viene mantenuta ma si fa più viscida, insidiosa, si arricchisce di maestosità e caos, sporca di fango e frastornante. “Southern Man” di Neil Young viene invece rivisitata negli umori e diventa un monolitico brano doom, disperato e straziante giocata sul rapporto tra un tappeto sonoro assurdo a fare da base e una chitarra epica a dominarlo. Scorrendo la scaletta si incontrano due pezzi da novanta – “Hard Times” dei Cro-Mags e “March of the Pigs” dei NIN – coverizzati stavolta senza grandi sussulti, se non per i prevedibili switch di generi. Qui gli Inter Arma decidono di evitare rischi e giocare sul sicuro, consci del fatto che i brani funzionino alla grande già da sé. E’ pure il caso pure di “In League with Satan” dei Venom che non subisce stravolgimenti sensibili, a differenza invece di “The Girl Who Lives on Heaven Hill” degli Husker Du che diventa un brano furiosissimo, tirato oltre ogni misura, zeppo di metal old school, una chicca imprevedibile. Come anche “Runnin’ Down a Dream” di Tom Petty che sembra un brano dei Type O-Negative più movimentati, appesantita, rinvigorita da post-punk ed eseguita con la semplicità e l’intensità del punk; un gioiellino. Chiude a sorpresa “Purple Rain” di Prince.
Con Garbers Days Revisited gli Inter Arma fanno una cosa strana. Vanno a colpo sicuro con un album di cover in un periodo in cui la cover rende più dell’inedito, definiscono la scaletta – con una buona ricercatezza, c’è da dirlo – con brani famosissimi con le intenzioni di piacere a botta sicura e magari attrarre nuovi ascoltatori. Dall’altro però ridanno dignità alla cover come oggetto musicale, riconsegnandola al ruolo di citazione d’autore col valore di indizio o chiave di cifratura. Ma soprattutto vengono scelte e manipolate allo scopo di raccontarsi in maniera inedita, anche intima e col cuore in mano, se si vuole. Questo, in Garber Days Revisited, lo si coglie e credo faccia la differenza.
(Relapse Records, 2020)
01. Scarecrow
02. Southern Man
03. Hard Times
04. March of the Pigs
05. The Girl Who Lives in Heaven Hill
06. In League with Satan
07. Runnin’ Down a Dream
08. Purple Rain