Jesse Heikkinen, finlandese, è l’ex-chitarrista degli Hexvessel, ma ha anche un progetto solista interessantissimo, Iterum Nata, che in alcuni tratti lambisce le tematiche e le sonorità della band di Kvohst e soci… E lasciatecelo dire, l’ultima fatica dell’Artista dal titolo From the Infinite Light rischia seriamente di superare in qualità l’ultimo parto degli Hexvessel, sebbene i due dischi si muovano su terreni similari sotto certi aspetti ma divergenti su altri.
L’opera di Heikkinen attinge a piene mani dal progressive settantiano, dall’Americana e dal neofolk, ispirandosi da un punto di vista vocale a Nick Cave con un approccio da crooner oscuro; ci sono inoltre momenti dal sapore mistico ed ancestrale che potrebbero rimandare ai Dead Can Dance o a certe frange più ispirate della darkwave. Per la capacità di unire atmosfere e stili diversi ci sono venuti alla mente anche il nostrano Chiral e gli americani Eneferens e 1476, soprattutto nella capacità di questi ultimi di evocare attraverso le loro trame musicali immagini mistiche e antiche. Infine molte volte si ha la sensazione di riascoltare gli splendidi paesaggi bucolici tratteggiati dai Genesis o dai primi King Crimson, sfondi perfetti sui quali prendono vita le storie raccontate dal Nostro: le atmosfere sono nebbiose, rituali, alle volte sciamaniche (Nest fa capolino di tanto in tanto in certe armonizzazioni che profumano di bosco e di legna bruciata), e le otto tracce che compongono From the Infinite Light scorrono via che è una bellezza, avvolgendo e cullando l’ascoltatore dall’inizio alla fine. Fatta eccezione per un paio di momenti tutto il disco viaggia infatti su tempi lenti e pensivi, talvolta ai limiti del doom, che quando non indugiano in trame squisitamente acustiche evolvono in climax possenti e toccanti, sostenuti da inserti effettistici per nulla invadenti e da riff dallo squisito gusto melodico. Che, se escludiamo forse la chiusura dell’ultimo pezzo, non si sviluppano mai in assoli fini a sé stessi o fuori luogo, ma sono sempre estremamente funzionali ai brani nei quali sono inseriti. Siamo in difficoltà ad individuare i momenti più salienti di questo album, che oggettivamente affascina dall’inizio alla fine. Potremmo però segnalarvi “This Gleaming Eternity”, “Ambrosia”, l’accoppiata “The Drifter” e “A Darkness Within” (e qui ci sono balzati immediatamente nella mente “Epitaph” dei King Crimson e “Nights In White Satin” dei Moody Blues, con in più la ciliegina sulla torta di Rob Coffinshaker, con la suo splendida interpretazione vocale), per finire poi con la sontuosa “Something Truly Almighty”.
Cosa dire di più, Iterum Nata merita assolutamente la vostra attenzione se amate le sonorità e le band citate tra le righe di questo scritto: From the Infinite Light è un lavoro delicato e profondo, immersivo e intenso, che sa subito stregare e che difficilmente vi abbandonerà se deciderete di lasciarvi andare alle bellissime trame sonore intessute da Jesse Heikkinen.
(Nordvis, 2024)
1. Overture: Infinite Light
2. This Gleaming Eternity
3. A Manifested Nightmare
4. Ambrosia
5. The Drifter
6. A Darkness Within (feat. Rob Coffinshaker)
7. Something Truly Almighty
8. The Crown of All