Non amanti della celebrazione di un singolo strumento potete anche non astenervi. Radiant Dusk non è una di quelle opere del tenore di Rising Force, no no no, si tratta di qualcosa di ben più interessante.
Jason Blake da poco si è messo giù a creare musica completamente aliena al suo lavoro con gli Aziola Cry. Fatta eccezione per The Absence Of Color e A Period of Consequences, Blake ha deciso di portare avanti la cosa del no batteria, no basso, ma unicamente Warr guitar, di cui può vantarsi di essere uno dei pochi pazzi furiosi che ha deciso di costruirci una carriera, un po’ come Felix Martin. Radiant Dusk è un disco molto diverso dai precedenti che contenevano assieme alle intricate trame di chitarre spesse coltri di atmosfera. Qui invece è praticamente solo chitarra. Invero non c’è molto da dire su questo album; si tratta di qualcosa di particolarmente sperimentale e allo stesso tempo no. Ciò che risalta è sicuramente la spiccata armonia fra melodie che il chitarrista costruisce, ma alla lunga potrebbe tediare un ascoltatore poco coinvolto in una sorta di connubio molto terreno di prog rock, ambient e fusion.
Per la legge dei grandi numeri di sicuro esiste un pubblico per questo genere di cose, ma sono abbastanza sicuro che alla base c’è una questione di resa: molto probabilmente questa roba dal vivo avrebbe ben altra presa. Tolto questo va detto che concettualmente si tratta di qualcosa di effettivamente interessante, ma resta comunque un prodotto molto specifico, non adatto a tutti.
(Independent, 2023)
1. An Aversion to Fervor
2. Without a Murmur
3. Misplaced Moments
4. Radiant Dusk
5. A Pervers Rumination
6. What May Ensue
7. Trivial Colloquy
8. Seemingly Quixotic
9. An Errant Pawn
10. At Last Resolve