Ipnotico, distopico, come un viaggio che ancora non ha raggiunto la meta ma continua a portarci a spasso apparentemente senza senso, ragione e destinazione, Moving, ultima fatica di Jerome, rappresenta un riuscitissimo tentativo di guardare all’elettronica con un approccio decisamente “punk”, libero, ribelle e intransigente. Un album che, troppo frettolosamente, si potrebbe pensare poco adatto alle nostre pagine, ma che invece rappresenta perfettamente l’oltranzismo che Grind on the Road supporta a gran voce.
Moving, uscito nella sola veste in cassetta limitata a 100 copie, è tutt’altro che di facile decifrazione, ma proprio per questa sua ostilità risulta oltremodo intrigante. Non è possibile non restare interdetti sin dai primi incalzanti beat, che spaziano tra la techno e l’industrial, ideale colonna sonora di tutti quei ritmi urbani fatti di costante alienazione, di distacco emotivo, di disagio esistenziale. Un disco che fa della creatività spinta all’estremo la sua costante, e che va in direzione di quell’avanguardia sonora che adoro.
L’album, proprio grazie a questa sua istrionica follia, non può non far sorgere qualche dubbio sulla sanità mentale del duo composto da Annalisa Iembo e Stella Mathioudakis, che prosegue nel suo percorso di ricerca sonora insieme alla Maple Death Records, frontiera, da sempre, dedita ad una sperimentazione a 360°. Un disco che mi sento di consigliare a tutti coloro che hanno realmente voglia di mettere in discussione le proprie certezze sonore e non hanno timore di lasciarsi andare ad un’esperienza sensoriale a tutti gli effetti.
(Maple Death Records, 2023)
1. 6
2. DK First
3. Sssand
4. SALO PANTO