Dietro il curioso moniker John Malkovitch! si cela un quartetto umbro nato nel 2016, giunto due anni dopo alla pubblicazione del primo full length The Irresistible New Cult Of Selenium. Le coordinate tracciate dalla band si inseriscono, senza troppi giri di parole, nei solchi del post-rock di nuova generazione, totalmente strumentale, che non risparmia alcune incursioni metalliche, tra Russian Circles e God Is An Astronaut.
In questo ambito si è detto parecchio, forse troppo, ma i Nostri non sembrano voler apportare particolari rivoluzioni agli schemi, alle atmosfere e ai cliché del genere. Ciononostante il contenuto dell’album si lascia apprezzare per una sapiente capacità di scrittura e di scelta dei suoni, figlia probabilmente di moltissimi ascolti dei numi tutelari. Così “Darker Underneath The Surface”, che dura sei minuti ma nell’economia dell’album pare ritagliarsi il ruolo di intro, parte da un silenzio che si fa prima arpeggio soffuso e poi crescendo epico, seguendo per filo e per segno il canovaccio ma riuscendo a colpire nel suo lato emozionale, complice un materiale armonico semplice. Le altre tre tracce, della durata compresa fra i dodici e i quattordici minuti, presentano per sommi capi le medesime strutture. Qui la band si lascia andare istintivamente a delle jam che, contenendo il numero di note, giocano sulle dinamiche: i momenti si alternano in un continuo piano/forte, come in “Twice In A Moment, Once In A Lifetime”, in cui un intermezzo ambient apre ad un finale frenetico e distorto, picco di tutta la tracklist in questo senso. In “Zaenit” a prevalere sono invece i toni soffusi, che aprono per un finale cadenzato che sa di post-hardcore; anche la conclusiva “Nadir”, più spinta, ripete lo schema e ripresenta le medesime influenze, in una conclusione cupa e rarefatta che può ricordare i Marnero meno aggressivi.
Pur ricorrendo alla tradizione, e senza stravolgere gli schemi neanche all’interno del proprio stesso repertorio, i John Malkovitch! riescono a confezionare un album godibile, dando prova di possedere un ottimo bagaglio culturale circa il genere di riferimento. Considerando che si tratta del primo lavoro di una band di recente formazione, non possiamo che vedere di buon occhio il progetto, confidando in un secondo capitolo più dinamico e personale.
(Dingleberry Records, I Dischi del Minollo, Edison Box, Mehr Licht Records & False Hopes, 2018)
1. Darker Underneath The Surface
2. Twice In a Moment, Once In a Lifetime
3. Zenit
4. Nadir