Con ormai una discreta quantità di dischi pubblicati, i Juan Bond di New York, USA, si sono ben piazzati nella nuova serie di band dalle sonorità simil mathcore di oltre oceano e non solo. Pensiamo a band come i Pupil Slicer, di cui ho parlato precedentemente, i MouthBreather, Callous Daoboys, The God Awful Truth, tutte formazioni che gravitano intorno alla ormai fonte del genere, Mathcore Index. Con il loro album Womb i Juan Bond cercano di ritagliarsi uno spazio tutto loro grazie alle idee che enfatizzano sonorità di strumentazione alternativa e molto spazio a momenti di voce pulita. Un risultato di qualità (anche se un po’ altalenante) che riserva però begli spazi grazie alla tecnica veramente alta della band.
I Juan Bond, come comune oggigiorno, incorporano anche strumentazione diversa. Troviamo Kiho Yutaka al violino e viola e Siddhu Anandalingam che suona, oltre al basso, anche clarinetto e clarinetto basso; si notano anche delle parti di tastiera che vengono suonate dal chitarrista Jay Kohler. Per il resto la formazione si articola tradizionalmente con voce, chitarra, basso e batteria. Grazie a queste scelte, i Nostri hanno un suono che incorpora parti quasi classiche e neoclassiche che li rende originali anche se forse meno interessanti per me. La band cita come gruppi di riferimento Sleepytime Gorilla Museum, Mr. Bungle, John Zorn, Slipknot, Converge e Frank Zappa; per come li sento io, ricordano anche alcune soluzioni dei Protest the Hero per tecnicità e amalgamo di composizione di musica classica oltre che le tipiche influenze tipo Dillinger Escape Plan. Non stupisce quindi, vista l’ecletticità della selezione musicale, il risultato fuori dalle righe del quintetto.
Il disco riesce al suo meglio quando la composizione si focalizza in un’idea unica per canzone. Nelle prime due, “Garbage Juice” e “Morbid Mortgage”, c’è più eterogeneità nel suono: una situazione che rende più difficile comporre e di conseguenza il livello soffre un po’. Quando invece le idee giocano solo su un genere la formazione sa dirigere più sapientemente il tutto; sono queste le canzoni che mi hanno convinto di più. Possiamo identificare due grossi filoni: parti pulite e atmosferiche, come in “Womb”, “About to Rob a Liquor Store” o “Bombed”, e le sezioni più Spazz/mathcore di “Water Waiter” e “Bat”, nello stile Rolo Tomassi. In Womb troviamo un mix molto pulito, che non privilegia l’impatto, preferendo invece far trasparire tutte le sfumature dell’esecuzione; possiamo infatti isolare ogni componente delle canzoni e sentirlo individualmente in modo chiaro e netto, anche se la voce di Logan DeFranco è abbastanza avanti e preponderante. Questo avvantaggia la fruizione ricercata ma perde un po’ di impatto rispetto ad album precedenti che preferivano suoni più cupi e meno cristallini.
In generale si sente che questa band si sta evolvendo, direi per il meglio, ma spero non perdano la loro vena aggressiva e considerino un mix in grado di valorizzare maggiormente l’impatto. Mi auguro anche che nella fase compositiva del prossimo album riescano tenere conto delle idee che rendono più fluido l’ascolto rispetto alle soluzioni molto tecniche. Alcune parti mi hanno veramente colpito e con giusto un minimo più di direzione, sono sicuro che possano essere tra le band di spicco del genere.
(Dark Trail Records, 2021)
1. Garbage Juice
2. Morbid Mortgage
3. Papa’s Got a Brand New Bed
4. About to Rob a Liquor Store
5. Womb
6. Bat
7. Bombed
8. Water Waiter