I Kaleidobolt sono gente particolare, nostalgici di un sound che può apparire vecchio a molti, ma per un appassionato è roba che suda oro da ogni poro. La loro carriera è costellata di perle incredibili di un sound che non è chiaro esattamente come interpretarlo, ma la cosa non interessa, quello che interessa è la potenza che This One Simple Trick emana.
È davvero difficile dire cosa fanno i Nostri, anche perché come chiameresti un connubio aberrante tra punk, garage rock, rock ‘n’ roll, progressive rock, space rock, stoner e sludge? Io un’idea ce l’avrei, lo chiami Kaleidobolt. Svart Records è nota per dare voce a queste realtà anomale, lo sappiamo bene, non è strano attingere dalle loro fila cose come IANAI o Jupu Group o ancora i nostrani La Morte Viene Dallo Spazio. This One Simple Trick si snoda dalla adrenalinica “Fantastic Corps” all’ebbra “Walk on Grapes” e in questo bailamme ruvido e sboccacciato, i tormini viscerali sono all’ordine del minuto, basti sentire un pezzo come “I Should Be Running” per avere il capogiro con tutti quei fraseggi fulminei e synth caustici che penetrano nel cervello di chi ascolta e, cosa dire di una ballata ciompa e villana come “Merja-Liisa”? E poi ti accorgi dello spessore di un lavoro quando senti il riferimento (accidentale o volontario? chissà…) ai Beastie Boys in “Border Control”. Il lavoro con cui abbiamo a che fare è un conglomerato di suoni e schizofrenia perfetto per un ascoltatore venale, uno di quei lavori in cui convivono in assoluta armonia e sinergia (non codipendenza, attenzione) il vecchio, il nuovo e lo strano con risultati che inducono a pensare che c’è ancora chi riesce a confezionare dischi insoliti e assolutamente di spessore, andando a osare dove pochi si sono permessi proprio per timore di risvolti troppo imprevedibili, ma per i Kaleidobolt non c’è problema perché è tutto sotto controllo.
Difficile dire a chi sia rivolto questo disco. È un amalgama così vasto che mette insieme generi e stili apparentemente inaffiancabili. Quello che mi viene in mente ascoltando questo disco sono gli Hawkwind che assieme agli Hellacopters e i Kyuss si mettono a improvvisare un progressive settantiano in pieno stile King Crimson. Forse uno dei pochi esempi a cui riesco a pensare sono gli italiani Actionmen, meno spaziali forse, ma il livello di pazzia è il medesimo. Disco complesso e d’assalto allo stesso tempo, adattissimo a chi cerca una sfida sonora, ma al contempo non disdegna un po’ di sana ignoranza.
(Svart Records, 2022)
1. Fantastic Corps 2. I SHould Be Running 3. Merja-Liisa 4. Weekend Warrior 5. Border Control 6. Ultraviolent Chimpanzee 7. Walk on Grapes