Tim Waterfield è il nome che si nasconde dietro al progetto Karhide, un ibrido interessante tra post-rock, post-metal, drone e shoegaze, con qualche riverbero qua e là di slowcore.
Abort è un disco concepito durante il lockdown: quando tutto si è fermato, quando i mesi sono trascorsi lentamente, i giorni uguali gli uni agli altri, quando tutto era stranamente ovattato e fuori dal mondo, Karhide ha riversato in musica le sue sensazioni cercando di creare una colonna sonora per quel periodo, che ne fosse però anche un epitaffio. Auspicabile pietra tombale per quei mesi sospesi, il disco vuole sia narrarne le atmosfere che fungere da pietra miliare e da punto di ripartenza.
Quello che abbiamo è un lavoro composto da otto tracce strumentali, ora più eteree, ora più corpose, tutte unite da un senso di straniamento: è musica fredda, glaciale, pulviscolare, nebbiosa, tremendamente autunnale, nella quale si muovono ombre, sprazzi di luce ma anche tanta, tanta caligine.
Viene subito da tirare in ballo Jesu, e non a torto, ma anche Russian Circles, Red Sparowes e gli Isis più liquidi ed eterei; fino ad arrivare allo shoegaze (black)metallico di Clouds Collide, un maestro nel veicolare il freddo in musica. C’è un andamento caracollante, lento, tipico di certe cose slowcore, che si sposa con l’elettronica più gelida e minimale che potete immaginare, per abbozzare ombre e spettri. Quando le ritmiche si irrobustiscono (come in “False Flag”, “Alarm and Abort” e “Restart”) emergono i già citati campioni del post-metal, che innalzano dal nulla scheletri di freddo cemento e metallo, ma è un attimo prima che la nebbia li assorba e li faccia sparire alla vista.
Abort non è un disco facile, non si traduce bene a parole ma va “sentito”, con le orecchie e con il cuore, ripensando a quello che è stato, a come ci siamo sentiti, alla solitudine e al senso di confusione e di abbandono che tutti, chi più chi meno, abbiamo sperimentato. Nonostante l’apparente impalpabilità della musica trattata è un album pesante, che entra dentro e che colpisce, e che si presta perfettamente a queste mattinate uggiose durante le quali sarebbe meglio staccare la sveglia e rimanersene pigri sotto le coperte a non pensare, piuttosto che affrontare il mondo.
(Trepanation Recordings, 2021)
1. Display Angles
2. Ephemeris
3. Revision 055
4. False Flag
5. Switching Routines
6. Self Check
7. Alarm and Abort
8. Restart