Doom Metal e Tolkien, un binomio che funziona benissimo. Questo in realtà è un disco uscito nel 2020 per I Hate Records, ma la sempre attenta e lungimirante Avantgarde l’ha riproposto nel 2022, donandogli magari quella visibilità in più che merita. E lo è un disco che merita attenzione.
Inglesi, di Reading, i Khazad-dûm mettono insieme in questo titanico Hymns from the Deep cinque pezzi molto duri, lenti e abbastanza lunghi. Non è facile addentrarsi in questo lavoro, non si parla di un doom metal diciamo convenzionale, l’atmosfera è pesante e spesso la voce diventa le voci e danno l’idea di una sorta di rito o una qualche cerimonia religiosa. È tutto estremamente riverberato e questo fa sentire quel retrogusto di sacralità nel marasma primordiale che si presenta. C’è un brano decisamente più corto degli altri, “Mountainous Structures” che forse è il più caratteristico del lotto perché fa sentire come la band abbia fortemente a cuore la sperimentazione e soprattutto l’amore per la musica cinematografica. Ed effettivamente tutto questo non stupisce, considerando che uno dei due componenti viene da due realtà veramente importanti se si parla di sperimentazione, ossia gli Aklash e i Mountainscape. Per il resto qui non siamo molto distanti da cose fatte anche da band di tutto rispetto come gli Esoteric, un brano come “Monstrous Flesh” è qui a dimostrarlo, basta sentirlo per capire che la similitudine è abbastanza azzeccata. Le composizioni sono complesse e stratificate e tutto o quasi ruota parecchio attorno all’elemento eco, che gioca un ruolo fondamentale nella costruzione di certe soluzioni ambientali e atmosferiche. È quasi come ascoltarlo in una caverna (o una miniera) questo disco, cosa che lo rende estremamente affascinante.
Quanti album doom metal ascoltiamo? Tantissimi, però in un modo o nell’altro quando si ascolta roba come gli Ahab è facile entrarci in confidenza, cosa che non è assolutamente vera con i Fuoco Fatuo, per esempio, e con i Khazad-dûm vale lo stesso. Non basta dire “Mellon” e le porte ti vengono aperte. Ci vuole pazienza e un sano amore per il canto gregoriano, comunque sia una vera chicca imperdibile per gli amanti del doom e del black metal.
(Avantgarde Music, 2022)
1. Stones of Sorrow
2. The Forsaken Palace
3. Mountainous Structures
4. Monstrous Flesh
5. Transmuted