
In primavera la God Unknown Records ha in previsione la release del nuovo album di Laura Loriga, Almas, che segue il debutto, sempre sulla stessa etichetta, del 2023, Vever. In attesa della release completa ci viene fornito, come apripista, Moon Talk, l’EP a tre tracce che abbiamo in questo momento tra le mani. Per l’occasione, sono state realizzate due versioni inedite rispetto a quelle che appariranno sull’album, di “Atlas” e “Saint Sylvester”, unitamente a un’outtake intimistica che si colloca perfettamente nel mood del disco (“May You”), e che chiude questo gustoso assaggio che contribuisce ad accrescere l’attesa per quello che molto probabilmente sarà un album di grandissima delicatezza e toccante intimità.
L’EP ha una sua concettualità piuttosto marcata, che ruota intorno all’idea che le cose possano esser parte di un disegno più ampio (non necessariamente visto come “religioso”) che unisce luoghi, eventi e persone. Andando nel dettaglio “Atlas” si ispira a Nabokov e al suo racconto Natale incentrato sulla memoria e la trasformazione, “Saint Sylvester” invece è costruito, e pensato, intorno all’idea di una vita inattesa che prende il via, mentre, infine, “May You” ci invita a riflettere sulle dinamiche che stanno alla base delle nostre scelte. Tre brani che fanno del minimalismo sonoro il proprio fulcro, e che sono pervasi da atmosfere sognanti, delicate e intime, in un rimando tra passato e presente che si sublima nei silenzi e nei riverberi di un approccio dedito più che mai a un “less is more” ragionato, e quanto mai caldissimo, che avvolge e mette al sicuro ogni nostro pensiero, cullandoci. C’è una sorta di aulica atmosfera, rarefatta, che conferisce un tono quasi mistico ai brani, e che carica di ulteriore attesa la distanza che ci separa dall’album in arrivo tra qualche mese.
Moon Talk è un disco che ci porta ad attraversare quelle barriere che separano i nostri pensieri, e che ce li fanno percepire come momenti isolati, invitandoci a guardare invece al discorso di insieme, con un approccio quanto più libero possibile da tutti quei condizionamenti che il caos delle nostre frenetiche giornate ci impedisce di vivere con libertà e semplicità. Dobbiamo in sostanza smettere di rincorrere quel qualcosa che forse non abbiamo nemmeno troppo chiaro, e dedicarci all’armonia del creato che ci circonda, e che nutre i nostri cuori. Un disco che suona come speranza per il futuro, e che non sembra voler fare altro che dirci di non rinunciare mai alla bellezza, in ogni sua forma e incarnazione. Non manca, infine, quell’alone di cupo mistero che contribuisce alla creazione di un immaginario incantato in cui collocare la Loriga e le sue eteree composizioni, un immaginario che sentiamo di dover proteggere, e, quindi custodire con attenzione e cura, come per tutte le cose che consideriamo preziose.
(God Unknown Records, 2025)
1. Atlas
2. Saint Sylvester
3. May You


