Died With Fear è il disco numero due per il trio di Salisburgo chiamato Les Lekin. Il combo, nato nel 2011, continua il proprio progetto musico/strumentale riducendo il numero di brani rispetto all’esordio ed aumentando decisamente il minutaggio delle proprie composizioni. Il sound si ricollega prettamente alla psichedelia combinata però ad altri elementi che rendono l’ascolto meno tedioso e più vario.
Le quattro tracce che compongono l’album sono parecchio lunghe (dagli 11 ai 13 minuti) e tutte presentano delle caratteristiche similari per poi svilupparle a piccole dosi in maniera più caratteriale. La linea rossa che congiunge i pezzi è il rock psichedelico, che assume diverse vesti a seconda del mood, come ad esempio nell’opener “Orca” dove convivono suggestioni acide à la Iron Butterfly, schitarrate hendrixiane ed impennate stoner esplosive. Il tappeto sonoro prende sempre vie diverse passando da sonorità dilatate ed eleganti (simil post-rock) a trip space rock cupi ed oscuri come nella finale “Morph” dove la sei corde ed il basso creano un muro di suono stile carro armato, accompagnati da momenti arcaico/misteriosi che riportano alla mente i Monkey3. Una delle qualità della band è il riuscire a tenere fermo l’ascolto senza portare alla noia anche quando si creano atmosfere impenetrabili e claustrofobiche, dure da assimilare a volte (“Inert”). L’unica concessione alla forma canzone, se così si può definire, è la quadrata “Vast” che si rivela essere la traccia più quadrata e stoner/psych-oriented del lotto con un buon crescendo epico (e con interessanti intermezzi che profumano di blues).
Died With Fear è un disco interessante che denota un miglioramento rispetto all’esordio e che pone i Les Lekin come una delle più interessanti band nel campo della neopsichedelia, tanto da poter interessare sia le nuove leve che la vecchia guardia.
(Tonzonen Records, 2017)
1. Orca
2. Inert
3. Vast
4. Morph