Questo di LF (al secolo Giacomo Biancalana, già uscito con la Seahorse Recordings con i suoi Misère de la Philosophie, in cui si occupa della batteria) è un debutto straniante, che riporta alla mente un certo modo di fare musica ormai dimenticato, quello del cantautorato sperimentale degli anni Settanta che si slegava dai canoni estetici, e tematici, del genere. Un cantautorato che non è sopravvissuto all’urto del tempo, che faceva in un certo senso paura, proprio perché rifiutava gli schemi dorati del genere, quelli che hanno permesso a tutti quelli, che, ancora oggi, restano impantanati in quella miseria, di continuare ad ammorbarci con dischi assolutamente innocui). Al tempo, chi osava, guardava con occhio attento ai contraltari britannici, in modo da carpirne i segreti e farli propri, in nome di una ribellione che non fosse, quindi, visto il tempo, soltanto estetica.
La bambina e i Mostri è un disco che suona sulla falsariga di allora, sposando un sound freddo, fatto di inserti industrial, di elettronica minimalista e di silenzi, che vuole essere il meno omologato possibile. L’album è infatti intriso di una marzialità alienante, che rappresenta al meglio l’idea di voler fornire un approccio quanto più statico e rigido alla realtà che descrive attraverso i testi. Un minimalismo glaciale che funge da architrave per tutto il lavoro. Suoni mai eccessivamente carichi o complessi, per una resa sonora che sia quanto più fluida possibile per poter apprezzare le litanie vocali, anziché farle inciampare nel frastuono. LF racconta la realtà attraverso gli occhi di una bambina, che si muove in un quadro desolante, fatto di azzeramento emotivo. E lo fa senza sconti, senza farci credere che ci possa essere una redenzione, non è il tempo del perdono e delle confessioni, ma quello della presa di coscienza delle nostre responsabilità, che passa esclusivamente attraverso le descrizioni attimo per attimo delle angherie di cui siamo testimoni, ma che fingiamo (o ancor peggio non siamo in grado) di non vedere.
Mentre si aggira nella spettrale città la bambina incontra tutta una serie di “mostri” che popolano lo scenario metropolitano che possiamo immaginare nella sola versione in bianco e nero. L’orrore che emerge non è quello delle guerre con cui ci martellano quotidianamente televisioni e giornali, ma quello della violenza quotidiana, delle distanze che poniamo tra noi e gli altri. Perché l’orrore vero è molto peggiore di quello che ci viene raccontato.
(Seahorse Recording, 2025)
1. La Marcia degli Ossessi
2. La Bambina
3. Costruiscono l’Altare
4. La Casa degli Specchi
5. Essere Visti
6. La Città
7. L’Ammaliatrice