Il mare, con la sua vastità, la sua pericolosità e le innumerevoli forme di vita che ospita, è sempre stato fonte di ispirazione per la letteratura, per il cinema e anche per la musica; le profondità marine sono uno degli argomenti più interessanti e misteriosi relativi alle grandi distese d’acqua che occupano il 71% della superficie terrestre, anche grazie alle leggende su città sommerse e creature mitologiche e la zona Hadal è il dominio marino che comprende le più profonde fosse oceaniche. Tutto questo preambolo serve per introdurre una nuova entità musicale nel panorama black metal del Belgio che porta il nome di Lhaäd (anagramma di Hadal), nuova incarnazione solista del polistrumentista Lykormas (al secolo Filip Dupont), membro anche della band post-metal degli Hebelbestormer, della one-man band grind/crust Wolven e delle band black metal Entartung e Rituals Of The Dead Hand (band riunite e rappresentate dal Nox Entity Collective).
I Lhaäd definiscono il proprio stile come hadopelagic black metal (adopelagico è l’insieme degli animali che vivono nella acque libere al di sotto dei 6000 metri fino agli 11000) e tale definizione calza proprio a pennello, in quanto il loro black metal crea un’atmosfera claustrofobica e densa, come se un muro d’acqua ti si abbattesse addosso; il loro esordio Below è pubblicato nei formati digitale, Cd Digipack, cassetta e LP dalla belga Babylon Doom Cult Records per il mercato europeo e per il mercato degli U.S.A. in LP dalla Extraconcious Records e in cassetta dalla Fólkvangr Records. I 41 minuti di durata dell’album sono un’immersione nel più profondo degli abissi, la pressione e la mancanza di ossigeno faranno girare la testa all’ascoltatore e l’andare troppo in profondità coinciderà sicuramente con una morte certa; le sei tracce del disco non hanno titolo, ma sono semplicemente segnalate con numeri romani, rappresentando un unico blocco simboleggiante il viaggio intrapreso verso le acque più profonde. Il sottomarino Lhaäd inizia la propria discesa negli abissi con “Below I”, dove l’adrenalina sale subito grazie all’assalto in blast-beat e ai riff glaciali e melodici che sembrano composti da Snorre (Thorns/Mayhem), alternando momenti veloci a più classici mid-tempo e alimentando la melodia grazie ai synth; “Below II” è un vero e proprio pugno in faccia di oltre sei minuti, dove l’amore per il black metal degli anni ’90 si unisce all’industrial black metal dei Thorns e all’elettronica già presente negli altri progetti di Lykormas. La velocità sembra scemare un po’ con “Below III”, dove le sonorità elettroniche si impossessano del brano come computer di bordo del sottomarino Lhaäd e l’attacco industrial black nella parte centrale ricorda i mai troppo considerati Mysticum; la venerazione per la seconda ondata del black metal si rifà sentire in “Below IV”, in un mix tra la veemenza dei primi Immortal (quelli di Pure Holocaust e Battles In The North), l’ambient black cosmico dei Darkspace e qualche accenno death metal, il tutto accompagnato da campionamenti di suoni subacquei e impulsi elettronici che sembrano creati da forme di vita sottomarina. Ossessione e dissonanza accompagnano “Below V”,mid-tempo con doppia cassa e riff in doppia chitarra incessanti, dove la voce è così profonda da sembrare un megalodonte sbucato fuori da un substrato nascosto nell’abisso e i synth maestosi si uniscono all’elettronica; il sottomarino si è arenato nel fondale e la sua conclusione nefasta si ha con “Below VI”, dove fanno ritorno le influenze degli Immortal e dei Mysticum, in un brano violento che alterna velocità a tempi più cadenzati e dai suoni elettronici che simulano segnali sonori di aiuto a cui non arriverà risposta. L’equipaggio del sottomarino è spacciato e il riff melodico e malinconico in chiusura sottolinea quale sia il destino che li attende. Note di merito vanno estese alla voce di Lykormas, più vicina al growl che al tipico screaming black metal, molto simile a Helmuth dei Belphegor e al sapiente utilizzo della drum-machine, che mai palesa la propria artificialità.
Below è un gran bel disco e quella dei Lhaäd è una proposta genuina, nonostante le svariate influenze palpabili durante l’ascolto dell’album. Bravo Lykormas a trovare una tematica originale e non bistrattata come i soliti richiami alla natura o all’anticristianesimo, creando un progetto molto più norvegese che belga per quanto riguarda le sonorità. Consigliato a tutti gli amanti del black metal in generale, nessuno escluso. Non importa se sapete fare a nuotare, la discesa negli abissi dei Lhaäd non lascia scampo a nessuno
(Babylon Doom Cult Records, Extraconscious Records, Fólkvangr Records, 2021)
1.Below I
2.Below II
3.Below III
4.Below IV
5.Below V
6.Below VI