Il primo impatto del sottoscritto con i veneti Licantropy fu in un piccolo circolo Arci di Padova, di supporto ai Messa, dove questi ultimi presentavano in anteprima il loro secondo album Feast For Water (qui si può leggere il report). All’epoca il trio dei lupi (che vede alla chitarra Tommaso Mantelli, all’opera con innumerevoli progetti) aveva rilasciato il primo album We Were Wolves, puntando su un bizzarro mix tra garage rock, pop ed una psichedelia d’impatto più che dilatata. Il nuovo disco, intitolato Extrabiliante, riconferma e si pone la voglia di accrescere e variare il sound della band.
Differentemente rispetto a quanto fatto con l’esordio, il gruppo ha registrato inizialmente le canzoni live, per poi riarrangiare le improvvisazioni ed aggiungere poi le parti vocali in studio. La scelta ha sicuramente portato i suoi frutti, conferendo ai brani un buon impatto. La musica si presenta maggiormente matura, sebbene lasci le stesse perplessità di quanto ascoltato in passato. I giovani musicisti cercano di alzare il livello e, in diverse occasioni, ciò è percepibile, come ad esempio nell’avanguardia schizzata di “Big Bad Affair”, con quelle vocals sopra le righe, o anche la folle “Pale Moon Light” -piena di tastiere settantiane ed un rock’n’roll alla Pere Ubu. I Nostri si lasciano tuttavia andare ad un manierismo troppo evidente, come avviene nelle “My Fat Long Tail” (le tastiere sono sempre una garanzia), “I Wolf the Line” o “Another Wolf Game”. Fortunatamente i cali di tono sono pochi e, anche in sezioni più prevedibili, la band riesce ad inserire qualcosa di sfizioso; basti ascoltare piccole gemme come la titletrack “Extrabiliante”, caratterizzata da un puzzle sonoro composto da prog, garage rock e jazz rivisitati alla propria maniera, o la bordata punk “Bite Me Wolf”. Sono presenti persino derive hard rock alla Deep Purple in chiave cupissima e dark. Il combo nostrano ha molto coraggio, specie in tempi durissimi per la musica, per proporre sonorità così difficili e non immediate. Ascoltando la finale “Coyote” sarebbe da applaudire per essere riusciti a far convivere in maniera trasversale prog psichedelico ed un simil doom, risultando comunque credibili, dimostrando una tecnica ottimale e dalle idee compositive mai banali.
Non è facile dare un giudizio netto, e ci si riserva una migliore interpretazione dell’operato della band dopo i futuri live. Per il momento il percorso intrapreso, pur impervio ed oscuro, ha una magia da cui è difficile distaccarsi.
(Go Down Records, 2020)
1. Hispanic Wolf
2. Big Bad Affair
3. Pale Moonlight
4. My Fat Long Tail
5. Extrabiliante
6. I Wolf The Line
7. Another Wolf Game
8. The Revenge Of The Wise Wolf
9. Bite Me Wolf
10. Coyote