Arriviamo con colpevole ritardo a quest ultimo’album dei Liquido Di Morte. Ma ci arriviamo. Alla fine è questo quello che conta, che se ne parli. Anzi, forse – ma qui stiamo solo cercando di arrampicarci sugli specchi – a distanza di tempo, tornare a parlarne non può che far bene al disco, riportarlo alla luce può esser visto come una seconda giovinezza, o anche, molto più semplicemente, la testimonianza che a distanza di oltre sei mesi, l’album suona ancora freschissimo.
I Liquido Di Morte sono una delle realtà italiane più interessanti, dalla forte personalità, e dal grande gusto, come ha evidenziato il loro percorso sinora e come sottolinea ancor di più questo loro ultimo lavoro, concentrato sul krautrock sostanzialmente ma anche post-rock, il tutto strumentale con una pennellata di synth che non guasta mai, a dare sostanza e spessore al loro sound. Da un punto di vista biografico non sappiamo poi molto sulla band, ma questo conta fino a un certo punto, anzi, forse non conta proprio nulla, perché è la musica che deve essere al centro della nostra attenzione, è la musica che deve parlare, e quella dei Nostri è un fiume in piena, che ci porta alla deriva.
“Musica per drogarsi” – dicono loro, e ci vanno davvero molto vicino, la loro proposta infatti ricalca per certi versi quella psichedelia anni Settanta che accompagnava i viaggi in vena a cui erano devoti i nostri predecessori. Oggi l’eroina non ha la stessa diffusione e gli stessi effetti, ma la musica resta la stessa in quanto a trip allucinogeno. Il mondo moderno impone di puntare alla performance a tutti i costi, in tutti i campi, per cui la droga deve essere quanto più eccitante possibile. Un album come questo dei Liquido Di Morte non attecchisce in chi cerca la frenesia dello sballo immediato. Noi che invece siamo rimasti fedeli alla cara vecchia eroina e alla pace interiore (e mondiale) che derivava dal suo ingresso nel nostro organismo, con un disco di questa portata ci andiamo a nozze.
(Overdrive Records, 2024)
1. Keep People Indoors
2. Become No One
3. Stubborn Edges
4. Major Disappointment
5. Minor Interludes
6. Wrenchmark