Lento Is Dead appare come un manifesto, un inno per reclamare qualcosa che sta svanendo. Non ci si confonda con i discutibili monologhi di “E’ Rock o E’ Lento?” del celeberrimo Adriano Celentano perché qui si celebra un modo di fare musica magari leggermente scontato ma concettualmente interessante e che merita qualche approfondimento. Longblond è un duo di Padova che arriva al primo EP ed è composto da Max Doink (chitarra e voce) e R.D. (batteria, voce ed elettronica). I due musicisti hanno cercato di tirare fuori qualcosa di differente da ciò che offre il panorama musicale partendo da una solida base di rock alternativo.
Ogni traccia del dischetto appare come la rappresentazione di uno spleen irrefrenabile tipico dell’acidità grunge degli anni ‘90 e non è un caso che alcuni disagi urbani vengano fuori prepotentemente fin dall’iniziale “Dark Cities” dove esplode un furore urbano dettato dallo stoner fumoso della chitarra di Max e dal suo timbro colmo di effetti quasi a sviluppare un angoscia sempre meno umana priva di colori. A sorpresa appaiono sfumature elettroniche stridenti per dare ancora più forma alla cupezza interiore che si concretizza con “Understand Nada” dal riff rugginoso dove l’heavy rock si tinge nuovamente di electro grazie a scratch hip-hop che rimescolano di continuo le atmosfere. Il senso di malessere alla fine esplode con la bordata elettrica di “Rock’N’Roll Service” che fin dal titolo non lascia dubbi ed il giro iniziale della sei corde è pura deflagrazione colma di groove ed il muro di suono che viene eretto è impenetrabile. La batteria del canto suo incalza e non lascia mai respirare l’ascoltatore mentre la voce rimane ancorata ad uno stile sporco e lontano da sensazioni “fisiche” e nel già citato anthem della titletrack “Lento Is Dead”. Qui l’alternative rock si fa più pressante in primis sui riff rocciosi e grazie poi agli inserti elettronici senza contare la massiccia accelerata sul finale. Finora il duo si dimostra intelligente ed ingegnoso riuscendo a combinare molte anime risultando convincente, seppure ci siano diversi piccoli difetti da limare e forse una fluidità un po’ discontinua, come nelle due tracce finali “Bad Fiestos” e “Rio Fantasma”, che vorrebbero essere sperimentali ma che appaiono più come esperimenti dove non c’è una direzione precisa. Poco male comunque perché l’EP si lascia ascoltare con molto piacere ed invoglia a riprenderlo in mano più volte.
Un bell’esordio che lascia ben sperare per i futuri lavori. Avanti così!
(Autoproduzione, 2020)
1. Dark Cities
2. Understand Nada
3. Rock’n’Roll Service
4. Lento Is Dead
5. Bad Fiestos
6. Rio Fantasma